Avellino, la difesa è un colabrodo. E l'emergenza non è finita

Domenica c'è il derby con la Juve Stabia

Il gol di Tommasini in Taranto-Avellino
Il gol di Tommasini in Taranto-Avellino
di Marco Ingino
Lunedì 27 Marzo 2023, 10:39
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La spia che segnala l'emergenza da codice rosso in casa Avellino non smette di lampeggiare.
Colpa di una rosa sempre in affanno, decimata da squalifiche e infortuni, a cui Massimo Rastelli sta da sei mesi cercando, invano e con risultati altalenanti, di trovare la cura adatta.
Una ricerca continua della soluzione passata finora per esperimenti di moduli tattici alternativi, nonché di uomini collocati fuori posizione, che hanno spesso generato crisi di rigetto, come nel caso della difesa a tre.
Il sistema di gioco più utilizzato in terza serie, che ha accompagnato come un'etichetta nei primi anni di carriera l'allenatore di Pompei, è naufragato per l'ultima volta proprio a Catanzaro.


Ironia della sorte proprio di ritorno dal Ceravolo, dove Benedetti e compagni incassarono un umiliante poker, l'ex trainer del Cagliari è stato costretto a tornare sui suoi passi per carenza di interpreti.
I difensori centrali rimasti abili e arruolabili, infatti, nelle ultime settimane non hanno superato mai le tre unità. Non certo il miglior viatico per affrontare le ultime quattro tappe (Juve Stabia, Turris, Monterosi e Andria) che restano sul rettifilo finale della stagione regolare. Come se non bastasse la situazione tende persino a peggiorare perché alle defezioni per infortuni dell'ultimo turno (Aya, Benedetti, Dall'Oglio, Pane e Trotta su tutti), domenica prossima ci sarà da aggiungere quelle di Fabio Tito in difesa e Santo D'Angelo in mediana. Due assenze pesantissime per quelle che sono le caratteristiche tecniche dei due veterani, bravi sia in termini di assist che di supporto realizzativo, ma anche dotati di personalità in un gruppo deficitario in autorevolezza.
Insomma, altre difficoltà che si vanno ad aggiungere alle preesistenti in vista della delicata sfida contro la Juve Stabia dell'ex Walter Novellino.

Su un campo che Rastelli conosce benissimo per averci vinto un campionato di Seconda Divisione nel 2010, il tecnico dovrà provare a tappare i buchi di una difesa colabrodo ricorrendo semplicemente all'arte di arrangiarsi. Con il fiato sospeso per le condizioni di Benedetti, che si conosceranno domani in concomitanza con la ripresa degli allenamenti, con Aya sempre in infermeria e Tito appiedato per un turno, in difesa sono rimasti a sua disposizione solo i tre giovani e inesperti centrali Moretti, Sottini e Auriletto che vanno ad aggiungersi ai discussi e discontinui esterni Rizzo e Ricciardi. Un bel grattacapo se si pensa che dopo i due gol incassati a Taranto il reparto arretrato dell'Avellino risulta, con ben 30 gol subiti in 16 gare, il secondo più perforato in trasferta del girone, distanziato di appena una lunghezza dal fanalino di coda Andria.

Di conseguenza, se da domani arriveranno ancora notizie negative dall'infermeria per Aya e Benedetti, ci sarà davvero poco da fare per disegnare una linea difensiva davanti a Pasquale Pane, destinato a riprendersi il posto occupato nelle ultime due partite dall'incerto Marcone. In pratica con soli tre centrali e due esterni di ruolo a disposizione, a Rastelli toccherà esclusivamente la decisione sulla pedina da lasciare inizialmente in panchina.

Più o meno la stessa situazione che si profila in mediana dove al rientro dalla squalifica di Casarini corrisponderà l'assenza, sempre per somma di ammonizioni, di D'Angelo. Con una coperta altrettanto corta in cui Casarini e Matera appaiono al momento indispensabili, nel settore nevralgico del campo ci sarà concorrenza almeno per una terza maglia da titolare da assegnare ad uno da scegliere tra l'affaticato Mazzocco, l'intermittente Maisto o l'oggetto misterioso Garetto scomparso dai radar da circa un mese dopo l'apparizione nei minuti finali di Catanzaro.
 

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