Pandolfi, caso chiuso: Brescia bocciato,
la Corte dà ragione alla Turris

Pandolfi, caso chiuso: Brescia bocciato, la Corte dà ragione alla Turris
di Raffaella Ascione
Lunedì 10 Maggio 2021, 18:47
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Trattativa sfumata, nessun accordo. È stata la Corte Federale d’Appello a mettere fine – quest’oggi – all’annosa vicenda giudiziaria divampata lungo l’asse Brescia-Torre del Greco in relazione al caso Pandolfi. Con dispositivo depositato nel pomeriggio – le motivazioni saranno pubblicate tra dieci giorni –, il Collegio ha infatti rigettato i «reclami riuniti … proposti dalla società Brescia Calcio Spa in data 11.03.2021 e in data 19.04.2021». Sono state dunque rigettate le impugnazioni proposte dal club di Cellino per ottenere la riforma dei provvedimenti con cui il Tribunale Federale – Sezione Tesseramenti aveva – nei mesi scorsi – rigettato i ricorsi per ottenere l’annullamento sia dei contratti stipulati con la Turris e con Pandolfi (primo ricorso) che del visto di esecutività, presupposto di efficacia del tesseramento dell’attaccante (secondo ricorso).  

L’infortunio - L’intricata vicenda s'innesca a distanza di pochi giorni dalla trattativa lampo che conduce Luca Pandolfi alla corte di Cellino. Il trasferimento - con la formula del prestito con diritto/obbligo di riscatto - si perfeziona quando mancano pochi minuti alla chiusura della finestra invernale di mercato, ma l’attaccante (che il sabato prima aveva preso parte alla partita contro la Virtus Francavilla) arriva a Brescia con una lesione al menisco. Un grave infortunio, secondo il Brescia, che pensa di trarne argomenti validi per invalidare l'intera operazione di mercato.  

Il primo giudizio – Le rondinelle hanno proposto un primo ricorso innanzi al Tribunale Federale chiedendo l’annullamento dei contratti stipulati con la Turris e con Pandolfi sulla base di un presunto dolo contrattuale (la Turris avrebbe cioè taciuto la circostanza dell’infortunio in sede di trattativa, inducendo i lombardi a stipulare un contratto che altrimenti mai sarebbe stato formalizzato). La Turris ha affidato la propria difesa all’esperto avvocato Chiacchio. Il Tribunale ha respinto sia l’istanza cautelare delle rondinelle che il ricorso nel merito («Sono nel giusto i resistenti ed è condivisibile da parte di codesto Tribunale l’aver evidenziato come alcuna diretta e specifica impugnativa risulta mossa dal Brescia Calcio in merito alla formazione del visto di esecutività, unico ed esclusivo elemento che può essere oggetto di valutazione da parte del Tribunale. Considerazione ben diversa viene fatta dall’adito Tribunale in merito agli elementi caratterizzanti il contratto che, sicuramente, esulano dalla propria competenza e volontà decisionale …»).

Incassato il rigetto, il club lombardo ha quindi proposto appello presso la Corte Federale d’Appello, per ottenere «la sospensione della decisione del Tribunale e dei contratti oggetto del reclamo», rinnovando l’istanza cautelare.

Il Collegio ha – anche questo caso – respinto la richiesta di misura cautelare e fissato l’udienza in videoconferenza per il 6 aprile.

Il secondo giudizio – Parallelamente alla prima vicenda giudiziaria, approdata in Corte Federale d’Appello, il club di Cellino ha promosso un altro giudizio allo scopo di ottenere l’annullamento – stavolta – del visto di esecutività (e dei contratti presupposti). Anche questo secondo giudizio si è concluso in favore della Turris: il Tribunale Federale – Sezione Tesseramenti ha infatti «dichiara(to) inammissibile e comunque infondato il ricorso proposto dalla società Brescia Calcio Spa». Il club lombardo, assistito dall’avvocato Grassani, ha impugnato innanzi alla Corte Federale d’Appello anche il secondo provvedimento di rigetto.

La riunione dei giudizi e la trattativa sfumata – I due giudizi promossi innanzi alla Corte sono stati riuniti per gli evidenti profili di connessione. All’udienza – sempre in videoconferenza – del 27 aprile, i due club (ed il calciatore) hanno «concordemente formulato istanza di rinvio della discussione dei reclami riferendo che è imminente la definizione di un accordo di natura transattiva tra tutte le parti costituite». L’accordo pareva in effetti imminente: c’era intesa sia fra Turris e Brescia (il prestito sarebbe stato spalmato anche sulla prossima stagione, con riduzione del relativo prezzo e corrispondente incremento di quello del riscatto), che fra il club corallino ed il calciatore (pronto il prolungamento per un altro anno). Non c’è stato accordo, però, fra il Brescia e Pandolfi: proprio questo disallineamento ha fatto saltare il tavolo della trattativa. 

Si è quindi arrivati all’udienza di questa mattina. Nel pomeriggio è stato depositato il dispositivo che promuove – su tutta la linea – la difesa stilata per la Turris dall’avvocato Chiacchio. Dunque, alla scadenza dell’attuale stagione, il Brescia potrà eventualmente esercitare il diritto di riscatto; diversamente, Pandolfi tornerebbe a vestire la maglia corallina.  

Intanto, la nota con cui la società corallina ha accolto la notizia dell'ennesimo successo processuale: «La S.S. Turris Calcio, da sempre convinta della bontà della propria posizione nella vicenda, ringrazia ancora una volta l’avvocato Eduardo Chiacchio ed i suoi collaboratori per la linea difensiva condotta in tutti i gradi di giudizio».

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