Coronavirus, si ferma la serie D:
stop ai campionati fino al 3 aprile

Coronavirus, si ferma la serie D: stop ai campionati fino al 3 aprile
di Raffaella Ascione
Lunedì 9 Marzo 2020, 14:46 - Ultimo agg. 21:50
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Indiscrezione confermata. Il calcio dilettantistico si ferma a causa dell’emergenza coronavirus. Il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, riunitosi in seduta straordinaria nel primo pomeriggio, ha deliberato «di sospendere, con effetto immediato e sino a tutto il 3 aprile 2020, l’attività organizzata dalla Lega Nazionale Dilettanti sia a livello nazionale che territoriale».

Dopo il rinvio – deliberato giovedì scorso – della 27^ giornata di campionato, arriva dunque un ulteriore e ben più drastico provvedimento: potrebbe dunque tornarsi in campo il 5 aprile, ma solo a condizione che l’emergenza – ormai divampata su scala nazionale – rientri. Tutt’altro che scontata, dunque, la ripresa dei giochi. Sembrerebbe riferirsi proprio a questa eventualità il passaggio finale del comunicato diramato nel pomeriggio, con cui è stato evidenziato che il Consiglio «inoltre ha autorizzato sin da ora il presidente della L.N.D. ad adottare eventuali provvedimenti che si rendessero necessari all’esito di eventuali ulteriori indicazioni provenienti dalle Autorità sanitarie e, comunque, contenute in successivi provvedimenti legislativi».

La sospensione deliberata in giornata è intervenuta sulla base del «D.P.C.M. 8.3.2020 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale» e delle «raccomandazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità circa la necessità di adottare comportamenti che siano tesi a limitare le occasioni di eventuale contagio, mantenendo tra l’altro una distanza interpersonale di almeno un metro».

Si ferma dunque il calcio dilettantistico, sia a livello nazionale che territoriale, per «la necessità di garantire in primo luogo la tutela della salute di tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati all’attività calcistica dilettantistica organizzata dalla L.N.D.», anche in considerazione «dei provvedimenti che hanno determinato una limitazione anche della libera circolazione delle persone in alcune zone del territorio nazionale».

Spiega nel dettaglio le motivazioni che hanno indotto il Consiglio Direttivo a deliberare lo stop, il presidente della LND Cosimo Sibilia (foto tradda dal sito ufficiale Lega Nazionale Dilettanti). «Abbiamo ritenuto che non bastasse fermarsi alle prescrizioni contenute nel D.P.C.M. approvato ieri, ma che bisognasse adottare una decisione coerente con il momento che il Paese sta vivendo. Non si trattava quindi di esaminare la questione limitatamente alla eventuale attività a porte chiuse, dovendo in primo luogo valutare se era giusto ipotizzare lo svolgimento dei campionati. La tutela della salute di tutto coloro che sono impegnati nelle nostre attività, infatti, doveva e deve restare l’obiettivo primario da raggiungere, ma anche il punto di partenza per considerare quale impatto poteva e può avere l’organizzazione delle tante gare che ogni settimana caratterizzano la nostra attività. Disputare le partite, infatti, significa prevedere comunque trasferte, spostamenti tra regioni e province con l’utilizzo di mezzi di trasporto che sicuramente non potrebbero sempre garantire il rispetto della distanza interpersonale consigliata di un metro. Garantire sui terreni di gioco la distanza di un metro tra avversari e tra compagni di squadra, inoltre, appare impossibile, così come immaginare di impedire di abbracciarsi e gioire per un gol segnato o un rigore parato o una vittoria conseguita».

Una scelta, evidenzia Sibilia, dettata da un profondo senso di responsabilità nei confronti dell’intera nazione. «In termini numerici il movimento calcistico dilettantistico rappresenta, senza tema di smentite, il più importante momento di coinvolgimento di persone ogni settimana. Il che, inevitabilmente, significherebbe prevedere la partecipazione di medici, ambulanze, forze dell’ordine, che, ci pare di poter affermare, rappresentano risorse, umane e non solo, che in questo particolare momento è opportuno vengano destinate ad altri e più importanti compiti. Dunque, abbiamo ritenuto che la decisione adottata fosse quasi inevitabile, un contributo necessario che il mondo del calcio dilettantistico italiano doveva dare per superare il momento di difficoltà che sta attraversando la nostra nazione».

Il numero uno della LND ha quindi rivolto «un pensiero commosso alle vittime che si sono verificate sino ad oggi, ai tanti ammalati, alle loro famiglie». 
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