Al Giraud passa il Cassino, che impone al Savoia la seconda sconfitta della gestione Ferraro. Il blitz – firmato Ricamato (foto Asd Cassino Calcio) – fa scivolare i bianchi al quinto posto in classifica, ad una lunghezza dalla Nocerina.
Gara beffarda, condita da una considerevole mole di palle gol fallite e da due episodi dubbi nell’area laziale che hanno scatenato le proteste degli oplontini. Savoia pericoloso al quarto d’ora con Badje, innescato da De Rosa: perfetto il controllo, velenoso il sinistro, che sin infrange però sul palo. Cassino in vantaggio al primo affondo. Corre il 24’, quando Vitiello va via a Cipolletta, vede e serve Ricamato, che insacca a tu per tu con Esposito. Proteste dei padroni di casa cinque minuti più tardi per un intervento duro in area ai danni di Badje: tutto regolare per il direttore di gara. De Rosa ci prova dalla distanza ma non inquadra la porta per questione di centimetri; stesso esito per la conclusione di Caso Naturale del minuto 34. Cocorocchio – per i laziali – va al tiro dalla distanza ragguardevole, ma per Esposito è ordinaria amministrazione.
Nella ripresa, il Savoia spinge costantemente alla ricerca del pari. Al 21’, un ispirato Badje pesca in area Sorrentino che fa da sponda per Caso Naturale: poderoso l’intervento di Del Giudice a sventare la conclusione a botta sicura dell’attaccante. Ancora proteste dei bianchi al 27’, con Cipolletta che lamenta un colpo dall’estremo difensore ospite: di diverso avviso l’arbitro. La gara s’infiamma alla mezz’ora: prima Giglio manca di un nulla il raddoppio con una staffilata dal limite, poi l’intervento sulla linea di porta a sventare la conclusione di Correnti, quindi l’occasione fallita dagli ospiti con Raucci. Inutile il forcing finale, con Mekki che ci prova nel finale senza però incidere.
Il primo a passare per la sala stampa, nel post partita, è il consulente sportivo Emanuele Righi: «Voglia e generosità non sono mancate, ma pecchiamo un po’ di lucidità. È una stagione sfortunata: il palo di Badje nel primo tempo credo sia lo specchio dell’intera annata, oltre che della gara. Se quella palla fosse finita in rete, credo avremmo assistito a un altro tipo di partita. Meritiamo tutti qualcosa in più, dallo staff tecnico a chi lavora per questo club, ma più di tutti lo merita la società. Ci tengo a sottolineare che trovare una proprietà del genere non è facile nell’intero panorama nazionale. Parlo di puntualità, precisione, organizzazione. Questa non è una società di Serie D, qui siamo a livelli altissimi. Lavoriamo e veniamo trattati come professionisti. Fa rabbia non aver sfruttato i risultati delle dirette concorrenti per i playoff, se non altro pur perdendo non abbiamo perso terreno».
Quindi, un’analisi più ad ampio raggio: «Credo che il nostro stemma pesi sulla maglia e mi permetto di dire che questa squadra è partita a inizio anno con tante responsabilità sulle spalle, probabilmente troppe.
Adesso pensiamo a raggiungere i playoff, poi passo dopo passo vedremo dove arriveremo. A me della questione stadio interessa relativamente, non mi compete. Posso solo dire che l’impianto di gioco non può essere un alibi per i calciatori e questo deve essere chiaro».
Savoia ancora in campo con la terza maglia, quella arancione: «Maglia bianca? Sono io che temporeggio e me ne assumo la responsabilità. È una maglia importante, prestigiosa e al momento non siamo ancora pronti a indossarla».
Quindi mister Ferraro: «Abbiamo fatto una buona gara. La sconfitta è assolutamente immeritata. Avremmo dovuto evitare la disattenzione difensiva che ci è costata il gol, però alla squadra ho poco da rimproverare. Eravamo con gli uomini contati soprattutto in attacco, ma sono contento della prestazione del gruppo e dei giovani. Nella ripresa abbiamo dimostrato di volere fortemente il pareggio, purtroppo la palla non è voluta entrare».