Quella domenica loro c'erano. Ventisei settembre del 2004, la domenica in cui ripartì il calcio a Napoli. Dalla serie C, a 54 giorni dal fallimento della Ssc Napoli. Cinquantamila al San Paolo, 3-3 col Cittadella. Quella domenica Ignazio Abate e Nicola Pozzi erano due diciottenni, catapultati a Napoli per rafforzare la squadra creata praticamente in poche ore da De Laurentiis e Marino, il patron e il direttore generale della Napoli Soccer. Abate, originario della provincia di Benevento, e Pozzi, romagnolo, erano tra i migliori talenti del Milan. De Laurentiis li chiese in prestito allo staff di Berlusconi, con cui aveva ottimi rapporti come produttore cinematografico. Tanti anni prima, 1989, il nuovo patron del calcio a Napoli era stato a Barcellona per la finale di Coppa dei Campioni, stravinta dai rossoneri di Sacchi contro la Steaua Bucarest. Quel mondo non lo appassionava, solo più tardi si sarebbe accesa la fiammella, prima (1999) con una singolare offerta a Ferlaino e poi (2004) con la proposta in tribunale per rilevare il titolo della fallita Ssc Napoli.
Quella fu una stagione tormentata per il Napoli e in particolare per il giovane attaccante Pozzi, che giocò appena tre partite con un gol, quello a Lanciano.
Oggi, con 23 punti di vantaggio sul Milan e in attesa delle due sfide Champions, ci sembra così lontano quel tempo.