Giuseppe Ambrosino, anni 19, uno dei migliori (e pochi) talenti cresciuti nel vivaio del Napoli, è stato protagonista delle due vittorie della Nazionale under 20 nel torneo Otto Nazioni. Due gol belli contro Romania e Repubblica Ceca per questo ragazzo di Procida che a costo di grandi sacrifici (tutti i giorni, accompagnato dal padre, in traghetto dall'isola al campo di allenamento a Napoli, mangiando un panino e studiando durante la traversata) è riuscito a farsi largo nel vivaio azzurro.
Giuseppe, protagonista nel campionato Primavera 2021-2022 e nell'Italia under 19, dopo la scorsa brillante stagione aveva sperato di entrare in pianta stabile nel gruppo di Spalletti al termine dei ritiri di Dimaro e Castel di Sangro. E invece è stato ceduto in prestito in serie B, al Como, dove non ha giocato un solo minuto. Zero presenze. Eppure, va nella nazionale di categoria e segna. Come è possibile che non sia stato ancora preso in considerazione dalla sua squadra, considerando peraltro che il Como occupa il terz'ultimo posto in classifica? È una domanda che dovrebbe farsi anche il Napoli, un club con tanti pregi ma anche con un chiaro limite: prestare poca attenzione al settore giovanile, dedicando ridotti investimenti all'area tecnica e alle strutture.
Tenere Ambrosino - un talento vero - su quel ramo di lago di Como ad allenarsi senza mai giocare non ha alcun senso. È un anno perso e non è soltanto il Napoli, proprietario del suo cartellino, a non poterselo permettere. La crisi del calcio italiano è evidente, il ct Mancini è stato “costretto” a spingersi fino alla convocazione del sedicenne Pafundi per le ultime due partite del 2022. Questi ragazzi sono risorse da sfruttare oggi anche per tentare di assicurare un futuro migliore alla Nazionale. In panchina o, peggio, in tribuna non matureranno mai: in 10 partite a Como, infatti, Ambrosino si è seduto quattro volte a bordocampo e sei sugli spalti.
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