Dall'Ucraina a Diego junior
la favola del piccolo Antonio

Dall'Ucraina a Diego junior la favola del piccolo Antonio
di Valentino Di Giacomo
Martedì 12 Aprile 2022, 11:07
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Ha 17 anni Antonio e, fino a soli due mesi fa, aveva un solo grande sogno: giocare nel Napoli, la sua squadra del cuore. Da quando però intorno alla sua casa di Mykolaiv, in Ucraina, infuriano missili e bombe scagliate dai russi, Antonio Anatoli Barone sogna prima di tutto di fuggire dalla guerra e arrivare in Italia.

A dicembre il ragazzino, calciatore del Varvarivka (serie D), di belle speranze, rischia infatti con la maggiore età di non poter più lasciare l'Ucraina ed essere costretto ad imbracciare un fucile per difendere la nazione. Una storia che ha commosso Antonio Gargiulo, il presidente del Napoli United, il club allenato da Diego Armando Maradona junior e che da anni ha come sua mission principale quella di coniugare lo sport con l'attivismo sociale. Gargiulo - per tramite del nostro giornale - ha parlato al telefono con il papà di Antonio e, grazie ad un'associazione umanitaria, sta cercando di trovare il modo di far arrivare il 17enne a Napoli per poi aggregarlo alla sua squadra.

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Il papà del 17enne, Salvatore, è un poliziotto catanese in pensione che da anni si è trasferito in Ucraina dopo aver conosciuto la sua attuale moglie che è originaria di Mykolaiv, ad appena 130 chilometri da Odessa. Antonio è solo nato a Catania, poi a tre anni è partito anche lui con mamma e papà per l'Ucraina.

Ma le radici sono rimaste ben visibili: Antonio è tifosissimo del Napoli, ad ogni allenamento porta con sé la sua maglia azzurra portafortuna numero 20: il mito è Piotr Zielinski. «Sarebbe fantastico - dice Antonio - se riuscissi ad incontrarlo». Il giovanissimo partirà tra pochi giorni e non senza potenziali pericoli: dovrà percorrere in pullman 900 chilometri per giungere a Leopoli e poi da lì per Milano. Infine, l'ultimo tratto in treno per arrivare a Napoli e, una volta ambientato, potrà iniziare i primi allenamenti con la squadra di Maradona junior.

«Il papà - spiega il presidente Gargiulo del Napoli United - ha detto che suo figlio è molto forte, ci farà sicuramente piacere se così fosse, ma l'importante ora è strappare un ragazzo dalla guerra e metterlo in condizione di fare ciò che più ama fare: giocare a calcio. Con noi potrà farlo perché da anni intendiamo il calcio anche come occasione di riscatto». Un'occasione che Antonio non vuole lasciarsi sfuggire, non vede l'ora di partire. «Fino a due mesi fa - racconta il 17enne - sentivo solo il rumore del pallone, ora sento solo il rumore delle bombe e sono costretto con la mia famiglia a vivere in un sotterraneo per la maggior parte della giornata».

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