De Laurentiis lascia l'assemblea della Lega Calcio: «Così svendono il calcio»

Prima lo scontro verbale con De Siervo, poi l'addio

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Giovedì 25 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:21
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Aurelio De Laurentiis sembra sempre più perdere alleati nella sua battaglia contro l'ingresso dei fondi nel calcio italiano. Ieri, nella sala d'Onore del Coni a Roma, dove la Lega Calcio ha trasferito la sua assemblea in occasione della finale di Coppa Italia, ha abbandonato la discussione (dopo uno scontro verbale con l'ad De Siervo) e se ne è andato via. L'impressione è che tra i fedelissimi ci siano rimasti solo la Fiorentina e il Milan. «Come sta andando l'assemblea? Stanno svendendo il calcio. I fondi fanno il loro mestiere, siamo noi che stiamo svendendo il calcio perché non lo sappiamo amministrare. Su advisor e fondi è stata presa una decisione? Chiedetelo a chi è rimasto in assemblea». Non c'è bisogno di attendere nessuno: all'ordine del giorno c'era la «manifestazione di interesse dei private equity». E dunque, si fa sempre più strada l'ennesimo cambio di direzione della Lega Calcio, sempre più aperta all'ingresso dei fondi. Tant'è che, solo De Laurentiis e altri quattro club hanno deciso di non votare. E così l'assemblea dei club ha scelto Lazard come advisor, con l'obiettivo di affiancare le società nel valutare le proposte dei fondi di private equity e delle banche. La banca d'affari, guidata in Italia da Marco Samaja, era stata già advisor per la Serie A, nominata nel luglio 2020 per l'operazione che avrebbe dovuto portare all'ingresso dei fondi nella Lega: operazione che, dopo essere andata a un passo dall'accordo tra la Serie A e la cordata composta da CVC, Advent e Fsi (che aveva messo sul piatto 1,6 miliardi per il 10% delle quote della media company che la Lega avrebbe dovuto creare), era in seguito saltata per il disaccordo tra i club, con De Laurentiis capofila del dissenso. Dunque, si torna a tre anni fa. De Laurentiis ha provato a far saltare la discussione anche stavolta, dopo aver incassato il no alla votazione dei pacchetti dei diritti televisivi e sulla scelta dell'advisor. Ma l'impressione è che il Napoli sia sempre più solo. Sul fronte dei fondi, la Liga li ha accolti a braccia aperte mentre la Bundesliga ha votato no. Ieri era pure il giorno del suo compleanno, per il patron del Napoli, che ha festeggiato radunando attorno a sé tutti i figli e i nipoti. La mattinata, però, l'ha trascorsa in assemblea. 

La posizione anti-Fondi è nota da tempo. È evidente che De Laurentiis vede certe posizioni indebolirsi. «I fondi di solito devono investire in un settore per dare redditività ai propri investitori e quindi in qualche modo sottraggono redditività al settore stesso, non è che lo fanno gratuitamente».

De Laurentiis è sempre stato convinto che da soli, alla Lega, sarebbero capaci non solo di produrre calcio ma anche di venderlo e distribuirlo. Una operazione affascinante. Ma i segnali di ieri sono preoccupanti, con qualche improvvisa defezione sul fronte anti-fondi. Che ha spinto il patron ad abbandonare in anticipo i lavori. L'ad della Lega, De Siervo, ha smussato. «De Laurentiis è sempre fantasmagorico anche nella sua modalità di espressione. La dinamica dell'assemblea è sempre un po' la stessa: si discute, anche animatamente, ma poi si converge e la votazione è stata all'unanimità. I pacchetti tv? Non poteva essere messo in discussione un qualcosa di già votato, anche dal Napoli, che aveva votato il bando e quindi i pacchetti. C'è stata una discussione sull'advisor, ma poi De Laurentiis è uscito». Fissata la cifra minima che è di un miliardo e 150 milino. 

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Intanto, in mattinata, ha scambiato due battute con Gianni Simeoli che alla Radiazza è riuscito a fargli gli auguri in diretta. «Io nato nello stesso giorno di Eduardo? Eduardo De Filippo è stato socio di mio padre, hanno fatto tantissimi film assieme. Da quando avevo 4 anni, un bambino negli anni 50, veniva portato a teatro a vedere le commedie del mitico Eduardo. Non so come un bimbo potesse resistere, ci voleva soltanto la forza di Eduardo. Rapito dalla sua magnificenza? Io sono stato molto amico del figlio fino alla sua morte. Io so sempre tutto? Qui non si sa mai niente: più si sa, meno si sa. Fiero di essere nato in questo giorno? Io ho l'ufficio in via 24 maggio, più di così». Poi sono stati tanti i messaggi di auguri inviati. Anche Giovanni Di Lorenzo ne ha spedito uno a nome di tutta la squadra. 

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