Bologna-Napoli, Spalletti ruggisce:
«Tutto per arrivare in Champions»

Bologna-Napoli, Spalletti ruggisce: «Tutto per arrivare in Champions»
di Pino Taormina
Lunedì 17 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:48
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Lo stregone ha la pozione magica a portata di mano per uscire dal tunnel: si chiama Victor Osimhen. Come per la lunga notte di Gattuso, la luce di Spalletti ha il nome e il cognome della stellina un po' Calimero e un po' signor Passaguai che da questa sera al Dall'Ara torna a disposizione del buon Lucianone. Brutta la vita a fare la conta dei disponibili: per il Napoli corsi e ricorsi storici. Mano male che De Laurentiis, stavolta, perché magari la lezione l'ha imparata, se ne è stato quieto. Anzi, dopo il manrovescio con la Fiorentina si è preoccupato di rassicurare il suo incolpevole allenatore. Che, ovvio, responsabilità ne ha poche per il precipizio in cui è caduto il Napoli con la Fiorentina, viste la caterva di assenti. Riecco il campionato e la volata per la zona Champions: «Dove noi vogliamo arrivare tra le prime quattro», spiega Spalletti a poche ore dal match con il Bologna. 

Dunque, gli assenti sono quelli previsti: ovvero i tre impegnati in Coppa d'Africa. Più Ospina. Insomma, l'emergenza è alla fine. È un nuovo inizio quello di Bologna, con Zielinski che senza intoppi oggi raggiungerà il capoluogo emiliano dopo i test post-Covid. Spalletti osserva: «Non è difficile poter ipotizzare un futuro migliore di quello vissuto nell'ultimo mese. Ma anche senza tanti di loro, si poteva fare meglio di quello che abbiamo fatto in certe partite». È molto più che un bivio quello di Bologna, perché il Napoli non può sprecare altri jolly, dopo quelli sperperati al Maradona. La squadra ha dovuto riprendere il lavoro e preparare una partita importante con i depositi di uno sfregio bruciante: il 5-2 subito in casa dalla Fiorentina in Coppa Italia. Oggi serve una risposta: bisogna cancellare l'idea che i viola oltre a togliere la qualificazione, hanno saccheggiato certezze. C'è un lato oscuro nella sconfitta di giovedì, nell'eclissi (atletica e tattica) improvvisa. Lo stesso lato oscuro intravisto tante volte nei match di dicembre con Empoli, Spezia, Sassuolo e che si è alternato alle prove super con Leicester, Milan e Juventus. La prima missione di stasera è questa: ritrovare subito le certezze perse con la Fiorentina ma già scricchiolanti in alcune partite precedenti. Anche per questo, Spalletti, si affida a un bel turnover. Meret, Mario Rui, Juan Jesus, Fabian, Lozano sono i volti nuovi rispetto a quattro giorni fa, con Petagna favorito su Mertens prima punta ed Elmas che potrebbe essere rispolverato trequartista. 

Contro Mihajlovic, Spalletti chiede al Napoli che si rialzi subito, come il motociclista che rimonta in sella dopo una caduta traumatica. Con più fame però. Spalletti lo pretende. Magari partendo da se stesso. In questo la sconfitta in Coppa può dare una mano: inietta orgoglio nelle motivazioni apparse stanche. Il primo passo per domare il Bologna sarà pareggiare la loro voglia di correre e lottare, poi si potrà spendere la superiore qualità tecnica. Magari inserendo Mertens e Osimhen nel finale della partita. Non esiste bivio, ma un senso unico: vincere sia contro il Bologna che contro la Salernitana domenica prossima. Una squadra che vuole correre per la zona Champions non ha molte alternative, visto anche come ha ripreso a correre la Juventus. Ed è giusto che Spalletti continui a difendere la sua rosa. «Il mercato? Io ho numericamente i calciatori giusti per permettermi di fare il campionato che dobbiamo fare», dice. «Abbiamo dovuto mordere l'osso negli ultimi tempi, perché sono stati sempre gli stessi a giocare, sempre gli stessi a restare fuori». È la chiave di lettura del momento: una ricostruzione perfetta, che consente a Spalletti di poter difendere a spada tratta il suo lavoro.

Quello che gli è capitato negli ultimi due mesi avrebbe messo spalle al muro chiunque. Perché senza Osimhen e tutti gli altri piccoli indiani caduti uno dopo l'altro, nessuno avrebbe potuto fare qualcosa di diverso. De Laurentiis ne è consapevole. Finalmente. «Per il futuro siamo fiduciosi, siamo convinti di essere dotati di qualità e ambizione giusta: forza e coraggio lo abbiamo dimostrato, in un momento dove ci si poteva aspettare che succedesse qualcosa di peggio». Ovvio, tutto ruota attorno a Osimhen: «Basta vederlo come attacca gli avversari. La mascherina la sfigura per come attacca il pallone. Il contatto con l'avversario non gli crea alcun fastidio». E infatti Spalletti sta facendo una gran fatica a tener a bada la sua voglia di tornare in campo. Victor deve avere pazienza: il piano prevede che la maglia da titolare la recuperi a Venezia, ma tenere a freno questa euforia è quasi un peccato capitale. Prima gara con settore ospiti chiusi: il calcio va avanti così. 

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