L'amore di Napoli e dei napoletani è la sua vittoria, lo scudetto che conquista tutti i giorni. Peppe Bruscolotti, settant'anni il primo giugno, è rimasto il Capitano. E' la Bandiera del Napoli e per i tifosi c'è il dispiacere di non vederlo accanto agli azzurri di oggi. Ha vissuto una sola e brevissima esperienza dirigenziale, dopo aver appeso le scarpe al chiodo nell'88: nel 2002 l'ex presidente Salvatore Naldi gli affidò l'incarico di coordinare i rapporti con la tifoseria.
Durò poco, Peppe elegantemente si defilò. Aveva usato toni durissimi - lo racconta nel libro “Una vita azzurra” - con Luciano Moggi quando a fine carriera, e dopo i tumulti dello scontro tra la squadra e l'allenatore Ottavio Bianchi, gli propose di allenare le giovanilli azzurre. Uscì turbato da quel colloquio nella sede di piazza dei Martiri. Si aspettava altro. Piombò nella depressione e lo aiutò a risollevarsi la moglie Mary, la Capitana che era riuscita a conquistare Diego Armando Maradona e la compagna Claudia con la sua allegria e i suoi spaghetti aglio e olio.
Peppe ha vinto uno scudetto, il più bello, quello dell'87. Decise di “barattare” con Diego la fascia di capitano per un sogno: «Non giocherò ancora molto, io ti do questa fascia ma tu fammi vincere lo scudetto». Nel declino fisico, nella sua corsa verso l'inferno della droga, c'entra anche il distacco di Bruscolotti dal Napoli. Negli anni successivi, senza l'amico dal cuore buono e dal carattere forte, Diego non riuscì più a gestirsi e piombò nell'abisso. Peppe lo avrebbe aiutato, così come sarebbe stato un prezioso consigliere per i calciatori nelle stagioni successive. Uomo di poche e chiare parole, come quelle che disse ad Enzo Bearzot, futuro ct dell'Italia mondiale, quando lo mise in panchina in una partita della nazionale sperimentale: «Faccio la riserva di chi è meno forte di me».
Le porte dell'Italia si chiusero definitivamente per Peppe, che visse tutte le sue gioie con l'azzurro del Napoli, arrivando a 511 partite.
Bruscolotti è arrivato ai settant'anni con il dolore della scomparsa di due amici, Maradona e Tarcisio Burgnich. Ha speso infinite parole per Diego, piangendolo anche davanti al murale in via De Deo ai Quartieri spagnoli, al suo fianco c'era un altro protagonista delle fiammanti domeniche azzurre, Bruno Giordano. Di Burgnich ha detto: «E' stato un maestro». Quando riapriranno gli stadi, Peppe tornerà al San Paolo, anzi al Maradona. E pagherà il biglietto.
