Napoli-Crotone: Bakayoko troppo lento,
Insigne in continuo stato di grazia

Napoli-Crotone: Bakayoko troppo lento, Insigne in continuo stato di grazia
di Pino Taormina
Sabato 3 Aprile 2021, 23:56 - Ultimo agg. 4 Aprile, 08:00
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Inno ai gol e all’allegria delle difesa, ma per troppo tempo il Napoli vive a cavalcioni con la paura perché con Maksimovic e Manolas ogni volta è come camminare sul filo del trapezio senza paracadute sotto. E infatti, è un disastro. Per tredici minuti, dal gol di Messias al 59’ a quello di Di Lorenzo, il Napoli ha temuto di dover ingoiare il più amaro dei casatielli pasquali. Roba da indigestione a vita. Lezione numero mille, e chissà se basteranno: mai fidarsi neppure delle ultime in classifica. Che Crotone, bravo Cosmi. Squadra azzurra fin troppo leggiadra e spavalda, senza Zielinski e Demme patisce troppo nell’equilibrio soprattutto con Bakayoko spesso in affanno. 

 

6 MERET
Incolpevole sul gol di Simy, molto bravo su Ounas al 35’, con una parata di piede molto efficace. Idem sul secondo gol di Simy e sul terzo di Messias: non può nulla. Bene nelle uscite e mostra anche di avere il piede sul rinvio. Sinceramente, non si riesce mai a comprendere perché conceda metri con la squadra così alta. 

7.5 DI LORENZO
Primo tempo di buona intensità: assist per il primo gol, costringe Molina a fare gli straordinari per stargli dietro. Sfiora il gol in un paio di circostanze, per distacco il migliore della difesa e non solo. Non si stanca mai. Prestazione che viene coronata dal gol del 4-3, bellissimo, di sinistro (non il suo piede) con un diagonale benedetto.

4.5 MANOLAS
Rinvia su Benali il pallone che l’algerino rimette al centro per il gol di Simy, errore grave per un giocatore del suo livello. Un disastro, poi, su Simy in occasione del 3-2 del Crotone: il nigeriano gli scappa via troppo facilmente e poi ogni volta che c’è una mischia sembra Alice nel Paese delle meraviglie. Da ritrovare alla svelta. 

4 MAKSIMOVIC
Si prende un sonnellino, anche piuttosto profondo, sul gol di Simy: da soli il nigeriano e Ounas in occasione del 2-1 del Crotone. Difficile trovare gli aggettivi per descrivere la follia nel controllo che regala a Messias per il pareggio calabrese, che è sintesi perfetta di superficialità e supponenza. Imperdonabile. 

6 MARIO RUI
Rispoli è cliente più delicato da affrontare rispetto a Molina, ma il portoghese chiude con serenità. È però fin troppo impreciso nel sostegno alla manovra offensiva di Insigne. Tant’è che nella ripresa si spegne la forza della spinta, più preoccupato a dare supporto ai compagni nel finale di gara.

6 FABIAN RUIZ
Si diverte a portar palla tra i lentissimi Zanellato e Benali, riesce sempre a trovare il passaggio giusto o per tentare l’imbucata. Nel secondo tempo, Cosmi risistema il Crotone e perde le sicurezze della prima frazione ma è difficile vederlo commettere gravi errori. Anche se qualche buco lo crea. 

5 BAKAYOKO
Unica pecca della prima frazione, anche piuttosto grave, il pallone perso in occasione del gol pitagorico. Tiene bene gli ormeggi, cerca di arginare soprattutto Messias, ma in avvio di ripresa palesa troppa lentezza nelle chiusure, sempre in ritardo, non riesce a seguire nessuna azione.

5.5 POLITANO
Molto meno brillante degli altri compagni di reparto, punta Luperto e trova qualche sbarramento di troppo, anche inatteso.

E viene meno anche nella tradizionale mano a centrocampo che per questo patisce spesso una inferiorità di numero. Inevitabile la sostituzione, gara insufficiente.

7 MERTENS
Si vede dai primi minuti che la giornata è frizzante. Tocchi, scatti, poi la magia su punizione, una pennellata che fa il paio con quella di Roma. Benali e Golemic non sanno mai come intercettarlo, un’intelligenza superiore di gran lunga alla media. Cala il rendimento nella ripresa.

7.5 INSIGNE
Gli bastano venti minuti per spiegare che dopo marzo, anche ad aprile può essere Mvp della A. Inserimento perfetto sul primo gol, assist da cineteca dopo aver giostrato l’azione sul secondo. Rispoli e Djidji soffrono. Si vede meno nella ripresa, ma resta sempre nel vivo del gioco. Sbaglia da buona posizione un paio di gol.

6,5 OSIMHEN
Non può solo scattare verso la porta: tanto pressing e in molti casi efficace su Benali e Molina, si muove benissimo per il raddoppio, Golemic ci prova a tenerlo ma deve arrendersi. Nella ripresa, i rifornimenti arrivano con maggiore lentezza e la gara si fa complessa, anche se non manca mai il lavoro in fase di non possesso.

6  LOZANO
Subito più pericoloso di Politano con un inserimento aereo che impegna Cordaz. Punta sempre e tende a saltare Pereira, creando spesso situazioni assai interessanti: gioca molto defilato sul lato destro e viene inseguito passo dopo passo ogni volta che si avvicina alla porta ed è quello che serve. 

6.5 ELMAS
Il re di Macedonia, l’uomo che ha messo in ginocchio la Germania, entra al 62’ e si piazza là nel mezzo del centrocampo dove subito mostra di avere maggiore combattività di Bakayoko: ci mette forza, energia e sana spesso le avanzate dei calabresi con le sue chiusure. Buona la partecipazione alla manovra.

6 ZIELINSKI
Qualche buona giocata, tiene palla quando serve, cerca sempre di velocizzare il gioco e indubbiamente con lui in campo vero che viene meno la brillantezza offensiva, ma il centrocampo balla assai di meno, anzi pare non ballare proprio più. Troppo prezioso per il disegno tattico di Gattuso. 

sv PETAGNA 
Tre minuti per segnare il suo ritorno in campo dopo l’infortunio. E si fa notare per un poderoso stacco a centrocampo con cui respinge un pallone che poteva dar vita a una ripartenza del Crotone. Il segnale che conta è la sua ritrovata salute. Servirà anche lui per questo rush finale. 

6,5 GATTUSO
Mette in campo un Napoli concettualmente votato esclusivamente al gioco d’attacco, alto sul campo, poco preoccupato di subire gol perché sa di poterne segnarne uno in più. Bene, per certi versi. Ma Politano fuori fase non aiuta nel bilanciamento delle due fasi. Per il resto, là dietro è un festival degli orrori individuali e non concettuali. Avendo i cambi in panchina, getta nella mischia linfa vitale. E la vince. 

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