Careca e Osimhen, così uguali e così diversi: «Ma quello è un gol alla Pelè»

«Spalletti mi piace, se il Napoli gioca così bene è merito suo»

L'abbraccio tra Victor Osimhen e il Cholito Simeone
L'abbraccio tra Victor Osimhen e il Cholito Simeone
di Bruno Majorano
Giovedì 2 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 07:32
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Domenica sera Antonio Careca era lì: in campo, come in quei magici anni tra la fine degli 80 e l'inizio dei 90. Stavolta, però, indossava panni diversi, inediti. Niente pantaloncino e maglia azzurra, ma un cappello per coprirsi dal freddo e una giacca tirata su fino al volto. Ma nonostante questo si è sentito a casa e per un attimo ha rivisto in campo un lampo del passato. «Per strada mi hanno detto che Osimhen aveva fatto un gol alla Careca, ma io ho detto a tutti che quello è stato un gol alla Pelé. Mi ha ricordato l'azione della rete segnata nella finale del Mondiale del 1958 in Svezia». Lo ha raccontato Antonio Careca che è a Napoli perché protagonista di Legends Ci vediamo a Napoli il programma di Antonio Palmieri e Rossana Russo e condotto da Jolanda De Rienzo con Alessandro Renica su Napflix e Canale 8. «Certo, Victor deve ancora crescere, ma ha forza e qualità. È un giocatore giovane e interessante e sono sicuro che farà guadagnare anche tanti soldi al Napoli quando lo venderanno», scherza l'ex bomber azzurro con un bel sorriso. D'altra parte questa squadra gli piace molto. «È leggera come il Brasile», sentenzia con un pizzico di orgoglio. Perché il Napoli e il Brasile sono state le squadre del suo cuore. E visto che si sente in vena di paragoni, aggiunge una battuta. «Adesso è sicuramente più forte Osimhen, ma solo perché io a 62 anni non ce la faccio. Nella storia del Napoli l'attaccante con il potenziale maggiore per me è stato Bruno Giordano. Era anche lui un sudamericano», poi ci ripensa e aggiunge. «Ma Careca ha fatto qualcosa dì più», ride ancora e passa avanti.

In questo Napoli «che sta facendo il cammino giusto per vincere il terzo scudetto», non gli piace solo Osimhen. Careca stravede per Luciano Spalletti. «Se giocano così bene è merito suo.

Tratta i suoi ragazzi come un padre e ha capito che per vincere a Napoli devi lavorare sodo. Mi ricorda Ottavio Bianchi. Quando sono stato a Castel Volturno ho avuto modo di parlare un po' con Luciano. Mi ha detto che è una squadra molto unita che sa ascoltare. Spero che dopo aver vinto lo Scudetto a Napoli possa anche pensare alla Nazionale: anche perché un altro Mondiale senza Italia sarebbe troppo triste», e poi un altro complimento. «Domenica non avrei tolto Osimhen eppure ha avuto ragione lui». Intanto, però, Spalletti pensa solo al Napoli. «Lo scudetto è alla portata, magari può arrivare già a maggio e perché no: si può pensare anche a vincere in Europa. Noi abbiamo conquistato la Coppa Uefa ed è stato bellissimo, ma la Champions sarebbe un'altra cosa». I paragoni gli piacciono, oramai è chiaro, ma su una cosa Careca non vuole fare carte. «La nostra storia resterà incomparabile perché la difficoltà ai nostri tempi era enorme. Ora sarà una grande gioia: ma questa è un'altra storia». A proposito di storia, c'è un pensiero fisso: quello che va a Maradona. «Mi piace pensare che Diego nel cielo sarà felice così come è stato per il Mondiale dell'Argentina sarà felice». E da uno che ha giocato in coppia con Diego arriva anche la benedizione per il talento del Napoli di oggi. «Kvara fa la differenza. Prima che gli arrivi la palla ha già 2-3 azioni in mente. È molto sudamericano e mi sarebbe piaciuto giocare con lui».

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Careca ancora non ha incontrato Aurelio De Laurentiis. «Già anni fa l'ho conosciuto e gli dissi che doveva vincere lo scudetto per provare cosa significhi vincere a Napoli. Mi disse chi vuole vincere, voglio sempre competere, ma vincendo lo scudetto si guadagna di più. Mi pare che abbia imparato, ho visto il video con i tifosi e penso che l'abbia capito. Vincere lo scudetto qui ne vale dieci altrove. I napoletani sono appassionati per il calcio, sono attaccati e mi auguro che sia così fino alla fine». 

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