Dal 10 maggio all'11 maggio non è un giorno. È una vita. Dal 10 maggio 1987 all'11 maggio 2021, 33 anni che raccontano anche la storia di Andrea Carnevale, 60 anni compiuti il 12 gennaio, laziale di Monte San Biagio anche se in realtà il suo cuore è napoletano. È entrato nella storia del Napoli, Andrea, che è il capo degli osservatori dell'Udinese, avversaria degli azzurri nella terz'ultima partita di campionato. Sembra un ruolo secondario nel club friulano, in realtà è fondamentale perché la famiglia Pozzo ha costruito la propria fortuna su scoperta, valorizzazione e cessione dei talenti di tutto il mondo. Il prossimo pezzo pregiato da sistemare è De Paul, argentino di cui da tempo è innamorato De Laurentiis.
Carnevale, che da tre anni è nonno di Pietro, è già tornato al San Paolo come dirigente, sedendosi in tribuna o sulla panchina degli accompagnatori a bordo campo. Stavolta è diverso perché Andrea mette piede per la prima volta nello Stadio Maradona, il compagno di giochi dal 1986 al 1990, gli anni d'oro del Napoli. Erano legatissimi, in campo e fuori. Giovani e spensierati, amatissimi dal popolo azzurro. Nella storia azzurra si legge che il tridente MaGiCa nacque nell'87 dopo l'acquisto di Careca, partner di Maradona e Giordano. Non è vero. MaGiCa era il tridente del primo scudetto formato da Maradona, Giordano e Carnevale. Andrea aveva classe e spirito di sacrificio, sapeva mettersi a disposizione di fenomeni come Diego e Bruno. La vita, spesso ostile con lui, gli riservò un posto nelle pagine più belle del Napoli: il 10 maggio '87 segnò il gol del'1-1 contro la Fiorentina, quella rete e quel punto valsero lo scudetto atteso sessant'anni.
Quarantasette gol in 152 partite, tante gioie e qualche tensione con il club, ad esempio quando il direttore generale Moggi lo mise ai margini del Napoli perché aveva poco spazio dopo l'arrivo di Careca e voleva cambiare squadra.