Caso dei fratelli Esposito, i clan ​volevano lanciare gli orologi «Napoli»

Caso dei fratelli Esposito, i clan volevano lanciare gli orologi «Napoli»
di Viviana Lanza
Venerdì 11 Maggio 2018, 09:13 - Ultimo agg. 12 Maggio, 06:49
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L'ex azzurro Salvatore Aronica è stato convocato in Procura federale e presto Pepe Reina sarà sentito in Procura, quella ordinaria, dai pm che indagano sui fratelli Esposito e sulle loro amicizie. Nulla a carico dei calciatori. Solo verifiche per meglio delineare il quadro di frequentazioni, conoscenze, rapporti di affari. Indagine sportiva che si incrocia con quella penale nella quale Reina sarà sentito dai pm come persona informata sui fatti, a partire dalla festa al Club Partenopeo per il suo addio alla squadra.

Club Partenopeo è la discoteca sequestrata due giorni fa e il suo proprietario, Gabriele Esposito, è tra gli arrestati per intestazione fittizia di beni con l'aggravante della finalità camorristica. È pertanto facile immaginare che tra le domande che i pm Francesco De Falco, Enrica Parascandolo e Ida Teresi porranno allo spagnolo del Napoli ci saranno quelle sui dettagli della festa, organizzazione e modalità di pagamento, o sul pomeriggio di relax in un centro massaggi di Chiaia di cui si ha traccia in una intercettazione e che risulta organizzato da Gabriele Esposito che con i fratelli è sotto inchiesta, amico di camorristi e vip.

In un'informativa della Dia è descritto il mondo di questo imprenditore. Si scopre che a marzo 2013 è volato a Parigi con l'amico di sempre Paolo Cannavaro (ex difensore del Napoli ed estraneo all'inchiesta) per far visita al famoso Ezequiel Lavezzi, loro comune amico. E che a giugno 2013 i fratelli Esposito, sempre con Cannavaro e Aronica, le rispettive famiglie e altri amici, trascorsero una breve vacanza a Ibiza dove incontrarono i calciatori Marco e Fabio Borriello. Non solo viaggi, ma anche business. Nell'informativa si fa riferimento al progetto di Francesco Esposito di produrre e commercializzare orologi con il brand «Napoli Calcio» pensando di coinvolgere anche lo stesso Cannavaro che avrebbe garantito un grande ritorno pubblicitario. E si fa cenno a una serie di affari, solo ideati o anche andati in porto, sempre con partner famosi. Sono gli stessi inquirenti a dedicare un intero capitolo del lavoro investigativo alle frequentazioni degli Esposito con calciatori, vip e imprenditori e a chiarire che «pur scevro da precisi e circostanziati elementi di colpevolezza in ordine a eventuali fattispecie di reato, risulta di enorme importanza nel contesto generale». Perché? «Perché mette in luce le conoscenze degli Esposito che, se da un lato sono risultati strettamente collegati ad appartenenti della camorra, dall'altro sono altrettanto vicini a professionisti, noti imprenditori, personaggi famosi dello sport e dello spettacolo che non solo li hanno accolti nel loro giro esclusivo ma si sono dimostrati addirittura interessati a investire con essi in nuove realtà commerciali».

 

Tra le persone con cui avevano più confidenza c'è Lele Mora, il manager dei vip finito al centro di vicende giudiziarie: insieme attuarono la scalata su Milano con l'apertura di due nuovi negozi di giocattoli con cui aggredire il mercato del capoluogo lombardo, Mora (estraneo a questa indagine) avrebbe fatto da trait d'union tra gli Esposito e le accattivanti possibilità dei nuovi investimenti. Mentre nel settore della ristorazione gli Esposito puntavano ad avere come soci Paolo Cannavaro e suo fratello Fabio (anch'egli estraneo alle indagini). Ci sono agli atti conversazioni intercettate che lo confermano: i calciatori volevano diversificare i loro interessi e gli Esposito allargare i loro affari, puntando ai ristoranti di Marechiaro e del centro più in della città.
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