Virus, cede anche De Laurentiis:
ecco il piano della Lega per ripartire

Virus, cede anche De Laurentiis: ecco il piano della Lega per ripartire
di Pino Taormina
Martedì 24 Marzo 2020, 08:00 - Ultimo agg. 11:17
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Basta pensare a giocare, basta mentire, basta fare finta di niente. Non vale più la pena fare le scene, anche perché nemmeno i bambini se le bevono più. «Il Napoli sospende le attività sportiva fino a data da destinarsi». Mancano pochi minuti alle 20. Non ci sono le condizioni per pensare al calcio e il Napoli si arrende, deve farlo, non ha altra scelta: con le misure di contenimento al Covid 19 che aumentano ma non diminuiscono, non si può tornare a Castel Volturno. Neppure a gruppetti di due o tre alla volta, neanche a correre e basta, neppure a prendere aria. Non si può. Punto. È questione di etica, oltre che per motivi di salute. Ha tirato la corda quasi per gioco, il presidente del Napoli. Attirando su di sé una infinità di commenti negativi. Sapeva lui per primo che la scelta di spostare dal 23 al 25 marzo la ripresa degli allenamenti era solo un bluff. D'altronde, anche il medico del Napoli, Canonico, aveva firmato il protocollo dei medici sportivi italiani che prevede che prima del 3 aprile non si può riprendere l'attività. Dunque, il Napoli ha deciso: stop a tutto. De Laurentiis non ha voluto neppure attendere l'assemblea di Lega prevista da oggi: ci fermiamo anche noi, ha detto nella conference call con Chiavelli, Giuntoli, Gattuso e Canonico. Una rapida riunione, giusto per annunciare quello che tutti sapevano già doveva essere detto. Poi il comunicato di poche righe: rinvio a tempo indeterminato. I calciatori erano certi che si sarebbe arrivata a questa soluzioni, non ne hanno mai avuto dubbi. De Laurentiis si è raccomandato con lo staff medico e con i collaboratori di Gattuso di controllare il lavoro dei calciatori, di seguirli negli allenamenti a casa e di fornire tutto il materiale di cui hanno bisogno. Ma è chiaro che Laurentiis sa anche che oggi in Lega, nell'assemblea dei 20, potrebbe arrivare anche un'altra resa: la consapevolezza che il 3 maggio il campionato italiano non potrà riprendere. Né a porte chiuse né in altro modo.

Il Napoli non pensa di dare il via libera ad eventuali richieste di partenze dei propri tesserati. Che peraltro non sono arrivate. I giocatori sono a disposizione del club. Come avviene in tutte le società di serie A. Ma anche di questo si discuterà oggi nell'assemblea di Lega: se, come pare, le società chiederanno all'Aic di sospendere il pagamento dello stipendio di marzo, allora i giocatori potrebbero ritenersi teoricamente liberi in queste settimane di spostarsi dove più si sentono al sicuro. Ovviamente, nessuno lo farà. Anche per un semplice motivo: ovunque vadano, sono attesi da una quarantena. La stessa che dovrebbero fare al ritorno in Italia, alla luce dei decreti attuali.

Cosa decideranno i presidenti? Fisseranno una nuova data (il 17 maggio se non addirittura il 31 maggio) per la ripresa del campionato o alzeranno le mani e rinvieranno e basta a tempo indeterminato la ripartenza consapevoli che il 3 maggio, ovvero tra 40 giorni, non si potrà giocare? Vedremo. Intanto, per evitare il collasso, le società si muovono in anticipo. C'è anche un capitolo «denso» dedicato al mondo del gaming. Il presidente Paolo Dal Pino e l'ad Luigi De Siervo, avranno il via libera per chiedere una revisione del Decreto Dignità che di fatto ha cancellato ogni forma di sponsorizzazione delle società di scommesse. D'altra parte, i danni per lo stop alla stagione sono enormi: 170 milioni bruciati anche se il campionato dovesse riprendere e arrivare alla fine. Tra le idee anche quella di un nuovo gioco della serie A, una specie di gioco «salvapallone». C'è da discutere in assemblea dell'apertura di una tavolo di contrattazione con l'Associazione calciatori sugli stipendi. Dovrebbe essere creata, inoltre, una task force medico scientifica per monitorare la situazione. E poi tutto il resto. Il presidente dell'Aic, Tommasi: «Parlare degli stipendi e fra di loro senza confrontarsi con i propri dipendenti. Se si potesse tornare a giocare significherebbe che la situazione si è normalizzata. Gli scenari possono cambiare: sarebbe un sogno tornare a giocare in estate, una notizia positiva se fosse possibile ad agosto». 
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