Coronavirus, De Laurentiis va avanti:
azzurri in campo già il 25 marzo

Coronavirus, De Laurentiis va avanti: azzurri in campo già il 25 marzo
di Pino Taormina
Sabato 21 Marzo 2020, 08:30 - Ultimo agg. 11:37
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Sa già che è assai difficile che un calciatore azzurro metterà piede a Castel Volturno il 25 marzo, mercoledì prossimo, il giorno che De Laurentiis ha voluto fissare per la ripresa degli allenamenti. Andando contro tutto e tutti. Sa bene, lui per primo, che quel giorno la Campania sarà ancora nel limbo di una pandemia dai numeri terrificanti e che quindi quella mattina, e neppure le mattine immediatamente successive, il pallone potrà rotolare. Ma ha voluto, per forza, fare così: far slittare di due giorni la ripresa degli allenamenti annunciata per lunedì mattina alle ore 10. Una scelta che sorprende, magari finalizzata solo per prendere tempo per capire l'evoluzione della crisi sanitaria o perché teme che una lunga sosta possa spingere qualcuno a chiedere il permesso di tornare nel proprio Paese. D'altronde, 48 ore appena non cambieranno gli attuali spettrali scenari che al momento attuale non consentono a Gattuso e agli azzurri di ritrovarsi a Castel Volturno tra due giorni.

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Ma ieri sera De Laurentiis, prendendo in contropiede tutti, ha optato per questa decisione che va controcorrente. E l'ha comunicata al resto del club, prima di far uscire una nota di due righe sul sito della società. Non un altolà a tempo indeterminato ma solo una pausa di riflessione di altri due giorni. Gattuso e gli altri ne hanno preso atto. In ogni caso, è evidente, che quella del 25 marzo appare solo come una data formale, perché nella sostanza né il Napoli né nessuna altra squadra potranno tornare, purtroppo, ad allenarsi. Ma sarebbe stato meglio sospendere gli allenamenti a tempo indeterminato. Perché, di fatto, andrà così. Perché anche questo raduno salterà. Magari lunedì o poche ora prima, arriverà un nuovo annuncio che sposterà in avanti di altri due o tre giorni la data in cui il Napoli si ritroverà. Anche perché la ripresa del campionato è lontanissima, se tutto va bene è prevista per il 3 maggio (difficilmente sarà così). Insomma il Napoli non alza le mani, ma tirerà le somme a inizio settimana se riprendere o no gli allenamenti. E si sa già quale sarà il verdetto.
 

La Lega Calcio non si è occupata in mattinata della questione degli allenamenti. Ci si attendeva l'altolà per tutti almeno fino al 4 aprile e invece della questione i presidenti non hanno parlato. Forse per evitare altre fastidiose prese di posizione di Lotito che più di tutti ha invocato il ritorno ad allenarsi in fretta e furia anche se non c'è angolo d'Italia dove ci sono le condizioni ambientali, ma neppure la testa per calciatori e staff tecnico per pensare a un pallone che rotola. Con la nebbia intorno che non consente di guardare oltre il palmo della propria mano. Anche perché la ripresa del campionato è ancora avvolta in un punto interrogativo. Esattamente nello stesso limbo che vive il nostro Paese martoriato. In ogni caso, il piano del Napoli prevede il rispetto totale delle normative esistenti con allenamenti a gruppetti, con il rispetto delle distanze minime, senza partitelle o esercizi che impongono contatti. Tommasi, il presidente dei calciatori, visto il silenzio della Lega e fiutando odore di bruciato aveva sbottato con una lettera sul sito dell'Aic. «Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. Lo dico senza voler fare polemiche perché questo non è il momento delle polemiche». E aggiunge severo: «Allenarsi ora, due mesi prima dell'eventuale ripresa del campionato, non ha senso - prosegue Tommasi - ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare a casa. Tutti, nessuno escluso». Nei prossimi giorni i calciatori dovranno allenarsi secondo i programmi e comunicare la propria temperatura allo staff medico. 
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