Cristiano Ronaldo al Napoli:
ecco perché sì e perché no

Cristiano Ronaldo al Napoli: ecco perché sì e perché no
di Gennaro Arpaia
Giovedì 28 Luglio 2022, 18:03 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:11
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L' importanza di chiamarsi Cristiano Ronaldo. Avrebbe titolato così il suo libro Oscar Wilde se avesse conosciuto la stella portoghese. Una stella non ancora cometa ma di certo errante: il campione che tutti avrebbero voluto solo poche estati fa ora fa i conti con il suo ego smisurato, con la voglia di non arrendersi all'età che avanza e con un nome ancora troppo ingombrante per non dare fastidio a qualcuno. Il suo agente Jorge Mendes non aveva mai vissuto una situazione come quella dell'estate 2022: il suo telefono non la smetteva di squillare ma ora sembra aver perso campo. Insieme con tutti gli ammiratori che Cristiano si era sempre portato con sé. 

Quella che porta al Napoli è una pista che sembra quasi impossibile, ma forse non è la definizione adatta: improbabile, sì, complicata pure, ma di impossibile c'è poco. Il portoghese ha ancora voglia di far bene ma non più con la maglia del Manchester United: dove sia finito tutto l'amore annunciato un anno fa non è dato sapere, eppure l'Italia a Cristiano è rimasta nel cuore, così come l'idea di prendere per mano una squadra che vive il suo momento da underdog (sottovalutata) per riportarlo in alto. Tutt'altro che la Juventus. Ma perché il Napoli dovrebbe puntare su questa infatuazione di mercato? Innanzitutto perché stavolta è Cristiano Ronaldo ad avere bisogno di una squadra come il Napoli più di quanto non possa essere il contrario. E poi perché una piazza attualmente assopita potrebbe ritrovare con il portoghese la voglia di rilancio fin qui mancata: perdere nel giro di poche settimane Insigne, Koulibaly e Mertens, ma anche Ghoulam e Ospina, non può far piacere a nessuno. Soprattutto se le altre avversarie di Serie A portano (o riportano) in Italia Lukaku, Di Maria, Pogba e Origi

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Cristiano Ronaldo sarebbe per il Napoli quello che Zlatan Ibrahimovic è stato per il Milan di tre anni fa: il campione sul viale del tramonto che non ne vuole sapere di smettere e che farebbe da guida al resto del gruppo.

Un gruppo giovane, che ha perso riferimenti e che potrebbe contare anche sulla qualità di un calciatore straordinario che - a differenza di Ibrahimovic - non verrebbe in Italia per guardare dalla panchina ma per giocarne tante. Forse tutte. Ma ci sarebbero anche aspetti poco confortanti di un probabile affare? Sì, anche se il protagonista si chiama Cristiano Ronaldo.

L'ex stella di Real Madrid e Juventus va per i 38 anni, non proprio una passeggiata. E andrebbe portato in un gruppo che il club di Aurelio e Laurentiis sta provando a ringiovanire dopo l'ultimo mercato. Affari come questo non sono nelle corde del club azzurro, che mai ha provato a puntare le stelle nel viaggio degli affari di mercato. E poi ci sono le cifre, il fattore più spaventoso: CR7 al Manchester United si era già tagliato lo stipendio passando da 31 a 23,5 milioni a stagione. Che diventano 18 visto che i Red Devils non giocheranno la Champions League. Cifre che il Napoli non può sopportare, visto che il nuovo tetto ingaggi imposto dal club azzurro si aggira sui 3 milioni di euro - fatta eccezione per chi già in passato guadagnava di più -, chiedere anche ai calciatori andati via.

Un altro no della trattativa? La maglia numero 7 a Napoli è già occupata da Elmas. La 77 da Kvaratskhelia. La 9 da Osimhen. La 17 da Olivera. Un ostacolo però non insormontabile, caro Cristiano.

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