De Laurentiis e la festa scudetto: «Ci saranno 3 milioni di napoletani»

«Bari in Serie A? Allora lo venderemo»

De Laurentiis all'Università Vanvitelli
De Laurentiis all'Università Vanvitelli
di Gennaro Arpaia
Lunedì 6 Marzo 2023, 12:57 - Ultimo agg. 7 Marzo, 07:20
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Aurelio De Laurentiis protagonista questa mattina a Santa Maria Capua Vetere, al convegno sul calcio intitolato "Regolamento del giuoco del calcio fra teoria e prassi" in programma all'Aulario dell'Università Vanvitelli, che vedrà la nascita della prima cattedra universitaria italiana specificamente dedicata alla Giuridicità delle regole del gioco del calcio. «La sconfitta con la Lazio è salutare, avremmo rischiato di sederci e invece così non lo faremo. Sarri è stato paraculo nel suo modo di interpretare la gara» ha detto subito il patron azzurro «Tre tifosi della Lazio sono stati arrestati: io non faccio entrare fumogeni e botti ai nostri tifosi e loro come hanno fatto? Però poi tutto ciò viene male interpretato dai tifosi, che mi contestano».

Lunga chiacchierata anche sul tema Uefa e Fifa: «La Legge Melandri ci rompe i coglioni da vent’anni. Come facciamo a curare i bilanci delle società che sono in perdita? Bisogna fare tabula rasa. Se la Serie A si affida a club che non hanno capacità economiche allora è compromessa. E questo nessuno lo capisce» ha detto Adl. «E lo Stato è assente. Fifa e Uefa hanno rubato miliardi e miliardi, sono a Zurigo e Nyon fuori da ogni giurisdizione europea e nessuno li controlla. E io che rispetto le regole vengo contestato. La Superlega servirebbe? No, perché il merito deve prevalere. Io toglierei il comando alla Uefa, creerei una competizione tutti contro tutti per le squadre che arrivano ai primi posti dei campionati europei. Il vero problema non sono i soldi ai calciatori, ma quelli ai procuratori. Vorrei poter sapere come una società può gestire anche la procura di calciatori così da togliere il biscotto a chi vuole approfittarne. E poi perché la durata massima dei contratti deve essere solo di cinque anni?  Mino Raiola era simpaticissimo, ma prendeva fino a 40 milioni di commissioni, sulle spalle di chi? Dei club».

I tifosi incalzano il patron sul tema vittorie. «A furia di dire che vinciamo Champions e scudetto ci portiamo iella da soli. Bisogna essere silenziosi, le onde negative si propagano. I napoletani hanno una marcia in più, allora sono temuti. Ma mi auguro di vincere entrambe le cose» ha detto alla platea. Molto bene sta andando anche il Bari: «Se non fossi tifoso del Napoli sarei rimasto qui per 19 anni? Sono tifoso della squadra ma ancor più della città. La ritengo centrale in Europa come era nel passato. Lotto per equiparare il Sud al Nord. Non a caso sono proprietario anche del Bari: se dovesse salire in Serie A lo cederemo a qualcuno che ci darà garanzie.

In quattro anni abbiamo investito tanti soldi e non lo lasceremmo nelle mani sbagliate».

In occasione della premiazione di Osimhen a Roma, poi, il patron del Napoli ha parlato nuovamente di scudetto: «Sono passati 33 anni dall’ultimo scudetto, quanti napoletani sono nati in questo periodo? La città sta già fremendo e si sta organizzando, potremmo avere due o tre milioni di tifosi a festeggiare in strada.
Vincere sarebbe un premio per me, per questi 18 anni di lavoro diverso da quello di altri miei colleghi». 
I problemi del calcio restano al centro dei pensieri di De Laurentiis: «Ho creduto molto nell’ECA, mi hanno fatto interessare del marketing e per me era facile, venendo dal cinema. Mentre Zhang io lo vedo apparire sugli spalti, tutti gli altri Fondi mi lasciano perplesso: il Fondo è la morte del calcio. È interessato solo a massimizzare i profitti in cinque anni, mentre il calcio è programmazione, un’industria atipica».

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