Immaginate la scena dieci mesi fa, caldissima estate (e non soltanto per la temperatura) del 2022. I big del Napoli in partenza, le perplessità della piazza, i primi striscioni con le scritte vergate dalle solite manine contro Aurelio De Laurentiis. Avrebbe mai potuto presentarsi il presidente in piazza Plebiscito durante un concerto? Il presidente “costretto” a seguire i due ritiri della squadra in Trentino e in Abruzzo praticamente chiuso in albergo per evitare le contestazioni? Ovviamente no.
Un anno dopo, l'altra sera, De Laurentiis è salito sul palco di Gigi D'Alessio in piazza del Plebiscito perché ha vinto ed è entrato nella storia con lo scudetto che lui aveva fissato come obiettivo 19 anni fa, quando raccolse le ceneri della gloriosa Ssc Napoli in un'aula di tribunale. Lo scudetto - scusate il gioco di parole - è uno scudo di fronte a quella parte della tifoseria che non lo ha apprezzato fondamentalmente perché non ha compreso i suoi criteri di gestione, evidentemente vincenti. Perché, al di là dello scudetto, la squadra è stabilmente ai vertici da anni e dal 2010 ininterrottamente partecipa alle coppe europee. De Laurentiis ha lanciato un messaggio di condivisione, molto importante per il futuro. «Tutti uniti continueremo a vincere». E pazienza se si perderanno pezzi dello splendido puzzle tricolore, come Spalletti o Kim: il calcio è questo, la vita è questa.
De Laurentiis è andato spesso allo scontro. Ma lo scudetto gli ha fatto, forse, vedere le cose sotto una luce nuova. E deve esserci una reale integrazione con la piazza, non per riempire il Maradona e fare cassa, ma perché un ambiente sereno agevola i risultati. E adesso che, dopo lunga attesa, è stato vinto lo scudetto si può ripartire con il sorriso e la voglia di realizzare un'altra impresa. Il presidente che un anno fa si era esposto parlando di obiettivo scudetto non ha avuto timore a tirare fuori la parola Champions nella notte dei festeggiamenti. Ma per arrivare lassù, alla finale 2024, serve compattezza. «Tutti uniti continueremo a vincere». Sarebbe un errore - da un lato come dall'altro - venire meno a questo patto.
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