Anfitrione, ironico, sottile e con le idee fin troppo chiare sul futuro del Napoli. In campionato e in Europa. Con tanto di date, scadenze e progetti. Il «copione» lo ha presentato ieri pomeriggio Aurelio De Laurentiis che ha vestito i panni del padrone di casa in occasione della presentazione del prossimo ritiro a Castel di Sangro, svoltasi nell'incantevole cornice di Palazzo Petrucci a Posillipo. Il patron si è detto certo di avere aperto «un ciclo» ed ha parlato a tutto tondo dei prossimi obiettivi del club, partendo dal capitolo del nuovo allenatore. Il tutto nonostante il ventaglio di ipotesi al vaglio della proprietà si sarebbe addirittura raddoppiato. «La lista da 22 candidati è diventata di 40 nomi - ha detto De Lurentiis - Da ieri ho cominciato a verificarne la disponibilità e se sono adatti per il tridente e per la linea d'attacco alta. Il prescelto dovrà sposare la nostra filosofia».
Il nome che circola con maggiore insistenza per il dopo Spalletti è quello di Vincenzo Italiano. «Un bravissimo allenatore - prova a glissare con eleganza il patron - Ma è impegnato con la Fiorentina e non credo sia corretto andare a rompere gli equilibri in un club di amici che la pensano come me e che fanno le battaglie insieme a me su tanti fronti». Una pausa ed ecco l'apertura... «Poi se Italiano dovesse decidere di rompere gli equilibri, potrei prenderlo in considerazione».
Inevitabile che il discorso cada anche sulle tempistiche. «Il tempo limite che mi sono dato per scegliere il nuovo allenatore è il 27 giugno. Da quel momento ho 16 giorni per calibrare l'organizzazione sul come ci si deve muovere e come dobbiamo comportarci». L'impressione è che la fumata bianca arrivi molto prima ed è lo stesso De Laurentiis a facilitare il compito, scremando dalla rosa dei papabili potenziali cavalli di ritorno (il numero uno azzurro non fa il nome di Benitez, ma lo lascia trasparire). «Ho un ottimo rapporto con tutti gli allenatori che sono stati a Napoli, ma non credo che farei del bene a nessuno facendoli ritornare sulla stessa panchina azzurra. Ma mai dire mai...». Nessun rewind, dunque, ma voglia di guardare avanti con grande fiducia. «Abbiamo inaugurato un ciclo che mi auguro possa continuare per anni. Mi batterò con tutte le mie forze per fare in modo che questo si possa ripetere. Poi bisogna vedere se e come si rafforzano le altre. Noi non vendiamo nessun calciatore, per il momento. Casomai integreremo. Adesso bisogna cercare di rafforzarci in Europa».
Già, la Champions. De Laurentiis torna alle sfide con il Milan, partendo da lontano. Da quel 0-4 in campionato che non gli è andato proprio giù. «A me ha dato molto più fastidio la partita di campionato persa in malo modo con il Milan. Non puoi essere il vero Napoli che fa quel tipo di campionato, contro una squadra abbordabilissima che poi in Champions è stata fatta fuori dall'Inter. Quel ko in campionato mi ha sconvolto, mi ha lasciato inebetito. Ancora ripenso a quella bruttissima serata, la peggiore che ho vissuto negli ultimi 18 anni». Ed ecco il collegamento con l'eliminazione in Champions. «In quella doppia sfida ci può essere stata una svista dell'arbitro, del var e non dimentichiamo che c'è stato il nostro errore dal dischetto... Forse avremmo potuto vincere tre a... Insomma era tutto da riposizionare».
Più delicato il capitolo del direttore sportivo, invece. Cristiano Giuntoli ha ancora un anno di contratto con il Napoli e per De Laurentiis fa fede il nero su bianco. L'impressione è che il dirigente abbia voglia di cambiare aria (la Juventus resta sull'uscio) considerando - per lui - il ciclo a Napoli concluso proprio con la ciliegina sulla torta dello scudetto. Il patron tuttavia è stato laconico sull'argomento. «Giuntoli ha un contratto fino al 2024».
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