De Laurentiis positivo, trema la serie A:
quel microfono e Vigorito sull'aereo

De Laurentiis positivo, trema la serie A: quel microfono e Vigorito sull'aereo
di ​Pino Taormina
Venerdì 11 Settembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 13:08
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Le ha rotte, anzi le ha frantumate a chiunque, prima, durante e dopo il lockdown. Dunque nessuno si meravigli se qualche collega buontempone abbia sparso la voce di quel malessere figlio di una «abbuffata di ostriche». Si sa come sono i presidenti di serie A. Le loro riunioni, si racconta, sono simili alle assemblee di condominio dei comuni mortali. Figurarsi quella dell’altro giorno dove ogni presidente si è presentato con uomini di fiducia e avvocati. Che da oggi in poi dovranno sottoporsi a tamponi. Nel suo giorno horribilis, De Laurentiis si è ritrovato contro i malumori di tutti. Anche per un microfono che i presidenti si sono passati per mano, nel corso dei vari interventi. E che De Laurentiis avrebbe stretto almeno tre volte. «I protocolli sanitari nel corso dell’assemblea sono stati applicati perfettamente», spiega la Lega. Neppure Claudio Lotito, suo fedele amico fino all’ultima riunione quando De Laurentiis si è sganciato per votare a favore dei fondi, ha voluto sottolineare come «ero a 30 metri da De Laurentiis, non mi sono mai avvicinato a lui e non gli ho neppure parlato».
 
 

Da ieri notte tutto il mondo del calcio italiano è chiuso tra le proprie quattro mura. In attesa dei verdetti. La maggior parte ha allertato le proprie strutture sanitarie: non ha senso fare il tampone ieri, forse neppure oggi. Ma un po’ tutti faranno un primo test oggi e lo ripeteranno tra lunedì e martedì. Il più preoccupato è Guido Fienga, Ceo della Roma che con De Laurentiis si è trattenuto per un bel po’ per provare a trovare una intesa sullo scambio Milik-Under. Pare che i due siano stati per conto loro un bel po’ e che con loro è rimasto a lungo pure Andrea Chiavelli, l’ad del Napoli che quando ci sono di mezzo questioni economiche come quelle relative alla Media Company non può non esserci. Stesso destino per Paolo Dal Pino e gli uomini della sua segreteria: da ieri di nuovo tutti in smart working. Prima sarà il presidente della Lega calcio a fare il tampone e, in base all’esito, decidere se estendere anche agli altri dirigenti della Lega il test anti-Covid. 

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Tutti hanno trascorso la giornata a rivedere il tempo passato con De Laurentiis. Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero si è messo in isolamento ma anche la Sampdoria fa sapere che i due non si sono sfiorati. Tutti i padroni dei club italiani sono sottoposti a tamponi, avendo le proprie squadre l’obbligo - da protocollo Cts - di farlo ogni tre giorni. Dunque, presidenti e loro familiari hanno la possibilità, spesso, di sottoporsi a un test che non è semplice fare attraverso le Asl senza avere sintomi precisi. Ma a preoccupare i numeri uno anche il pranzo all’Hotel Hilton. La nota della Lega in questo senso è piuttosto chiara: «Suggeriamo a tutte le persone che hanno partecipato alla riunione di attenersi a un rigoroso distanziamento sociale e di astenersi dal presentarsi sui luoghi di lavoro». Una bella confusione, non c’è proprio che dire. Il presidente della Juventus Andrea Agnelli «sta osservando le buone pratiche previste dai protocolli». In isolamento fin dalle prime ore della mattinata, i due dirigenti della Fiorentina Joe Barone e Joseph Commisso, figlio del presidente Rocco Commisso. Entrambi hanno partecipato alla riunione di Lega. L’amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci starà in isolamento a casa nei prossimi giorni. Anche Urbano Cairo, secondo quanto riferiscono fonti granata, «sta seguendo il percorso previsto dai protocolli». 

 
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A ben vedere, fa bene a essere preoccupato solo Oreste Vigorito, il presidente del Benevento, che è rientrato a Napoli con l’aereo privato del presidente degli azzurri dopo l’assemblea della Serie A: «L’ha saputo alle 6,50, dalla Lega Calcio. Ha subito provveduto a informare il mio medico, resta sereno perché durante il volo ho mantenuto il distanziamento e la mascherina», recita una nota del Benevento. Il capo del Coni Malagò si mostra preoccupato: «Mi sembra che qualcosina non abbia funzionato a dovere». Perplesso anche il presidente vicario della Figc: «Spero che tutto si risolva nel più breve tempo possibile ma la questione è da attenzionare».
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