Passare dall'euforia del Napoli e di Napoli, dalle feste al Maradona che hanno il sapore dello scudetto alla depressione di Coverciano: non è semplice pensare alle inutili amichevoli con Albania e Austria mentre il resto del mondo è lì che prepara la valigia per volare in Qatar a giocarsi la Coppa del Mondo. Giovanni Di Lorenzo nella notte di Palermo non c'era. Chissà come sarebbe andata con lui in campo con la Macedonia del Nord. La nuova Italia somiglia ancora tanto a quella vecchia, anche se c'è il Pendolino di Serino, Parisi, come spruzzata di gioventù. «Se non andiamo ai Mondiale è solo per un calo di attenzione». Già, la ferita nel cuore. Ma per il resto c'è solo orgoglio e gioia per il primo posto in campionato. «Sì, voglio vincere lo scudetto con il Napoli da capitano, è un grande sogno. Abbiamo fatto una straordinaria partenza, ma sappiamo anche che mancano ancora 23 partite e non dieci e non dobbiamo abbassare la tensione e la concentrazione». Il Napoli e l'Italia, il sole e la luna.
Sì, certo, l'Italia. E il Mondiale che vedrà «perché io amo il calcio». Ma c'è il Napoli che regala un sorriso: «Stiamo facendo vedere un gioco spettacolare, in giro per l'Italia e per l'Europa». Vero, il riscatto del nostro malandato calcio passa attraverso le prestazione del Napoli ad Amsterdam e con il Liverpool e per i complimenti di Klopp e Sacchi. Il sogno scudetto da conquistare con la fascia al braccio, 33 anni dopo l'ultimo campionato vinto dagli azzurri, con Maradona capitano: «Sì, sarebbe veramente favoloso vincere ed essere il capitano che ha trionfato dopo di lui. Lavoro ogni giorno per essere all'altezza del ruolo, per conquistare questo traguardo che tutti noi sappiamo bene è ancora molto lontano».
«A Napoli stiamo facendo qualcosa di incredibile e inaspettato, ma attraverso il lavoro di un gruppo unito ci stiamo togliendo soddisfazioni. Ma non è finita. Anche se in questo Napoli rivedo lo spirito del gruppo che ha vinto l'Europeo nella finale di Wembley. Quello che stiamo facendo con il Napoli è un bene per il calcio italiano», dice ancora Di Lorenzo. Da capitano non accetta che vengano gettate ombre sul passato. Anche se il presente è colmo di gioia: «Non è vero che lo scorso anno c'erano tante primedonne, c'era un gruppo bellissimo, c'è sempre stato. Quest'anno stiamo soltanto prendendo più consapevolezza della nostra forza con i risultati». Non pensa che lo stop sia un problema per il Napoli: «Sicuramente è stato un periodo intenso, può fare bene staccare un attimo per ripartire a gennaio. La sosta ci sarà per tutti, non solo per il Napoli». E rende omaggio anche a Luciano Spalletti, come è giusto che sia: «Fa sentire tutti importanti e fa giocare chi lo merita. Così aumenta la concorrenza e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».