Di Lorenzo a Coverciano con la Nazionale: «Fascia da capitano e scudetto, io come Maradona»

«A Napoli stiamo facendo qualcosa di incredibile e inaspettato»

Giovanni Di Lorenzo a Coverciano
Giovanni Di Lorenzo a Coverciano
di Pino Taormina
Martedì 15 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:00
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Passare dall'euforia del Napoli e di Napoli, dalle feste al Maradona che hanno il sapore dello scudetto alla depressione di Coverciano: non è semplice pensare alle inutili amichevoli con Albania e Austria mentre il resto del mondo è lì che prepara la valigia per volare in Qatar a giocarsi la Coppa del Mondo. Giovanni Di Lorenzo nella notte di Palermo non c'era. Chissà come sarebbe andata con lui in campo con la Macedonia del Nord. La nuova Italia somiglia ancora tanto a quella vecchia, anche se c'è il Pendolino di Serino, Parisi, come spruzzata di gioventù. «Se non andiamo ai Mondiale è solo per un calo di attenzione». Già, la ferita nel cuore. Ma per il resto c'è solo orgoglio e gioia per il primo posto in campionato. «Sì, voglio vincere lo scudetto con il Napoli da capitano, è un grande sogno. Abbiamo fatto una straordinaria partenza, ma sappiamo anche che mancano ancora 23 partite e non dieci e non dobbiamo abbassare la tensione e la concentrazione». Il Napoli e l'Italia, il sole e la luna.

Sì, certo, l'Italia. E il Mondiale che vedrà «perché io amo il calcio». Ma c'è il Napoli che regala un sorriso: «Stiamo facendo vedere un gioco spettacolare, in giro per l'Italia e per l'Europa». Vero, il riscatto del nostro malandato calcio passa attraverso le prestazione del Napoli ad Amsterdam e con il Liverpool e per i complimenti di Klopp e Sacchi. Il sogno scudetto da conquistare con la fascia al braccio, 33 anni dopo l'ultimo campionato vinto dagli azzurri, con Maradona capitano: «Sì, sarebbe veramente favoloso vincere ed essere il capitano che ha trionfato dopo di lui. Lavoro ogni giorno per essere all'altezza del ruolo, per conquistare questo traguardo che tutti noi sappiamo bene è ancora molto lontano».

Voleva essere il capitano, lo aveva detto subito dopo l'addio di Insigne, mentre Mertens e Koulibaly erano a un passo dall'addio. «È stata una scelta di Spalletti, insieme al gruppo: per me un motivo di grande orgoglio». Il campionato è fermo. Perché gli altri hanno un Mondiale da giocare. Non noi. Tra il Napoli e il Milan e la Juventus, c'è un solco che appare incolmabile. Ma Di Lorenzo non fa il capitano. Lui lo è sul serio: «Sappiamo di avere un buon vantaggio e di doverlo difendere. Abbiamo sorpreso tutti con la nostra partenza, ma restano altre partite da giocare e non possiamo fare calare la nostra concentrazione». Ovvio, non è semplice portare l'entusiasmo che si respira a Napoli e al Maradona a Coverciano e nel club Italia. Soprattutto in questi giorni dove la festa è altrove. E noi non siamo invitati: «Ci sono due partite da affrontare nella maniera giusta. Ma lo confesso: più ci si avvicina più aumenta il dispiacere per non essere al Mondiale». Il calcio è sempre fatto di rimpianti, come la vita. Se il Napoli ripensa alle sconfitte con Fiorentina ed Empoli e al pari della Roma e si mangia ancora le mani per lo scudetto di un anno fa «l'Italia non può non ripensare alla doppia sfida con la Svizzera, alla partita dominata con la Macedonia. Non avevamo sbagliato niente, sono stati dettagli. Siamo ripartiti con grande voglia, la stessa che ci ha fatto vincere l'Europeo».

 

«A Napoli stiamo facendo qualcosa di incredibile e inaspettato, ma attraverso il lavoro di un gruppo unito ci stiamo togliendo soddisfazioni. Ma non è finita. Anche se in questo Napoli rivedo lo spirito del gruppo che ha vinto l'Europeo nella finale di Wembley. Quello che stiamo facendo con il Napoli è un bene per il calcio italiano», dice ancora Di Lorenzo. Da capitano non accetta che vengano gettate ombre sul passato. Anche se il presente è colmo di gioia: «Non è vero che lo scorso anno c'erano tante primedonne, c'era un gruppo bellissimo, c'è sempre stato. Quest'anno stiamo soltanto prendendo più consapevolezza della nostra forza con i risultati». Non pensa che lo stop sia un problema per il Napoli: «Sicuramente è stato un periodo intenso, può fare bene staccare un attimo per ripartire a gennaio. La sosta ci sarà per tutti, non solo per il Napoli». E rende omaggio anche a Luciano Spalletti, come è giusto che sia: «Fa sentire tutti importanti e fa giocare chi lo merita. Così aumenta la concorrenza e i risultati sono sotto gli occhi di tutti». 

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