Drogba a Sorrento lancia Osimhen:
«Diventerà il nuovo re del gol»

Drogba a Sorrento lancia Osimhen: «Diventerà il nuovo re del gol»
di Bruno Majorano
Venerdì 1 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:34
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Il ricordo che hanno tutti è quello del gol nella finale di Champions contro il Bayern Monaco. Il ricordo che hanno i napoletani è la prestazione mostruosa nella gara di ritorno degli ottavi di quella stessa competizione nel 2011. Anche oggi, a 44 anni, Didier Drogba è una leggenda che cammina. E nella terza giornata del Global Youth Tourism Summit in corso a Sorrento, l'ex attaccante ivoriano, non poteva certo farsi sfuggire l'occasione per parlare un po' di calcio. «Sapete - dice Drogba ai ragazzi presenti - che potevo chiudere la mia carriera con la Juventus ma, alla fine tutto sfumò. Come sfumarono anni prima le trattative con l'Inter. Mi trovavo bene con il mio club e avevo la stima dei compagni di squadra e del presidente. Così decisi di non andare via. Ma qualche rimpianto ce l'ho. Mi avrebbe fatto piacere giocare nel campionato di serie A perché era ed è un campionato per attaccanti. Penso che qualche gol l'avrei fatto anche da voi. Tuttavia oggi di attaccanti forti non mancano. Auguro al mio amico Lukaku tanta fortuna nel suo ritorno all'Inter e penso che Osimhen abbia tutte le carte in regola per diventare un campione». Stoccata chiarissima all'attaccante del Napoli, africano come Drogba e destinato a diventare il nuovo modello per il calcio del suo continente. Hanno caratteristiche diverse (Drogba più fisico, Osimhen più rapido) ma entrambi hanno uno spiccatissimo fiuto per il gol. Ecco perché la benedizione da parte dell'ex bomber del Chelsea è una garanzia per Victor e per il Napoli che ovviamente adesso se lo gode.

In qualità di ambasciatore dell' Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), Drogba ha raccontato la sua esperienza anche fuori dal campo.

L'ex calciatore ivoriano ha messo in piedi, nel suo Paese, una Fondazione che ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione. Ad ascoltarlo i 130 ragazzi di 60 Nazioni che si stanno confrontando su come disegnare il turismo del futuro. «I ragazzi - spiega Drogba - devono seguire valori semplici, il rispetto innanzitutto, ma poi anche la capacità di saper vivere in comunità. La cosa che sottolineo sempre quando incontro i giovani e quella di ricordagli che non devono mai spegnere i propri sogni, i propri desideri e di non perdere mai la curiosità». 

Drogba è stato il primo calciatore africano ad aver segnato più di 100 gol in Premier League, ha portato il Chelsea sul tetto d'Europa, è stato eletto il miglior calciatore di sempre dei blues. «Il ricordo più bello è legato alla finale di Fa Cup del 2012, quando con un mio gol decidemmo la partita. Il più importante però è la finale di Champions League vinta, nello stesso anno, contro il Bayern di Monaco. Quella notte fu magica». Notti magiche anche con la maglia della Costa d'Avorio che Drogba trascinò, nel 2006, alla fase finale dei Mondiali: «Essere un simbolo del proprio Paese è una grande responsabilità - spiega Drogba - ma anche motivo di orgoglio. Ho giocato con la maglia ivoriana per 14 anni e sono stato capitano per otto. Avere gli occhi addosso di tutti è bellissimo, ti va sentire persona fiera. Anche quei momenti non li dimenticherò mai». Dopo le avventure con il Chelsea, poi, ha deciso di chiudere la carriera in Mls, proprio come Insigne, scegliendo prima il Canada e il Montreal Impact e poi i Phoenix Rising. 

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