È scritto nel destino dei napoletani di non poter vivere nulla, nemmeno l'esistenza quotidiana figuriamoci una partita di pallone, senza ansie e palpitazioni. Ma se la convivenza con un vulcano attivo e la consapevolezza che ci vuole assai pacienza a munnare le carcioffole solitamente aiutano i napoletani a passare agevolmente la giornata stavolta le stesse hanno aiutato la propria squadra di calcio a scansare un fosso di dimensioni bibliche. Era in effetti una voragine piuttosto grande quella in cui gli azzurri rischiavano di cadere e che era stata scavata ad arte la sera prima, come sempre, un'altra volta, dalla Juventus. Al di là del fatto di quanto sia singolare e bizzarra la circostanza che quando il Napoli deve raggiungere un obiettivo, qualsiasi esso sia, ci sta sempre una cosa bianconera sulla via a romper o cazz, stavolta il Napoli ha mostrato il volto della maturità.
Perché dopo quanto accaduto tre anni fa, con uno scudetto perso in albergo la sera prima di scendere in campo, non era affatto improbabile che con una posta in palio assai meno preziosa i tifosi napoletani dovessero riprovare le stesse sofferenze.