Lorenzo il Magnifico strega Firenze,
il Napoli fa già paura alla Juventus

Lorenzo il Magnifico strega Firenze, il Napoli fa già paura alla Juventus
di Francesco De Luca
Domenica 25 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 12:11
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I 4 gol alla Fiorentina sono un forte messaggio alla Juve e a Sarri a una settimana dalla sfida di Torino: quest’anno sarà battaglia per lo scudetto. 

È stata una magnifica serata a Firenze, con il Napoli che ha saputo rovinare la festa a Commisso, il nuovo patron viola, rimediando con la classe dei suoi vecchi leader - Insigne, Callejon e Mertens - al rigore concesso dall'arbitro Massa dopo consulto con gli addetti al Var nei primi minuti; all'errore di Meret che aveva consentito alla Fiorentina di portarsi sul 2-2 e alle leggerezze di difensori e centrocampisti che avevano permesso a Boateng, appena entrato, di firmare un altro temporaneo pareggio. Tutto cancellato dalla furia e dalla qualità di quei tre piccoli che hanno saputo entusiasmare nel triennio di Sarri e nella prima parte della scorsa stagione, prima che vi fosse un calo generale. Peccato che a rovinare questo spettacolo vero - altro che la scialba Juve vista a Parma - vi siano stati i cori razzisti, squallido refrain nelle trasferte azzurre, uno dei gravissimi problemi del calcio italiano che un uomo nuovo come l'italo-americano dovrebbe provare a combattere e ad eliminare da casa sua.

La partenza choc, con il rigore dopo nove minuti, ha innervosito un po' il Napoli ma il forte richiamo di Ancelotti dalla panchina lo ha rimesso in carreggiata nel modo giusto. La squadra ha preso le contromisure dei viola, una banda di giovani che non ha saputo gestire il vantaggio né approfittare della superiorità numerica a centrocampo. È prevalsa la maggiore qualità degli azzurri che si sono presentati senza Lozano, annunciato protagonista della serie A 2019-2020, e con Mertens al centro dell'attacco. Ed è stato lui, l'esterno belga inventato falso 9 da Sarri tre anni fa, ad aver fatto la differenza nel finale del primo tempo in cui il Napoli ha piazzato l'uno-due. Dalla scorsa primavera si è aperta la caccia al sostituto e/o alternativa di Milik, però Dries è attaccante vero, lo dimostrano i 109 segnati nelle prime sei stagioni azzurre, ed è l'uomo che sa risolvere i problemi. In quattro minuti ha ribaltato la partita al Franchi. Prima con un colpo di genio, il tiro a giro su cui il portiere Dragowski era partito in ritardo, e poi con un colpo di astuzia, perché è andato a cercare il piede di Castrovilli in area. L'arbitro stavolta non ha chiesto aiuto al Var, ha indicato il dischetto sollevando molte e legittime perplessità. E la polemica si è accesa nel dopo partita, con parole forti di Montella per quell'episodio ma è stato contestato un contatto - fuori area - tra Hysaj e Ribery. Il Var è il Var, cioè polemica continua. Ciro è questo, Ciro è un furbo artista. Ha lasciato il rigore a Insigne, che ha segnato con freddezza, baciando poi la maglia e questo è apparso un gesto sincero perché il capitano è tornato in sintonia con Ancelotti e il mondo Napoli dopo settimane complicate, proprio a causa di un rigore, quello sbagliato al San Paolo contro la Juve a inizio marzo.
 
 

Il tecnico ha fatto una scelta già in precampionato, quando si è affidato al 4-2-3-1 a prescindere dagli interpreti: vuole rischiare per vincere, una partita o lo scudetto. E questo lo porta a concedere qualcosa, più di qualcosa, a centrocampo perché Zielinski non ha le stesse caratteristiche di Allan e tanta è la fatica per il brasiliano. Ci sono meccanismi da perfezionare, le tre mezzepunte devono aiutare il lavoro dei centrocampisti per mantenere l'equilibrio, che resta la chiave di un successo e infatti sulla fase difensiva c'è ancora molto lavoro da fare, come hanno evidenziato i gol di Milenkovic e Boateng, quelle due mini rimonte che i viola non hanno saputo completare: non si può pensare che per vincere debbano servire 3 o 4 gol. È, intanto, significativo come i protagonisti della vittoria a Firenze siano stati tre della vecchia guardia, il capitano che a un certo punto era sembrato in lista di sbarco (doppietta e due assist) e i due esterni arrivati con Benitez che potrebbero essere al passo d'addio perché il loro contratto scade a fine giugno. Callejon, poi, deve guardarsi dalla concorrenza di Lozano, pagato 40 milioni e destinato a giocare sul lato destro. Sta alla riconosciuta capacità di Ancelotti ruotare nel modo migliore questa batteria offensiva, che difficilmente sarà integrata da un altro campione nelle ultime battute del mercato. Il tecnico si è spinto avanti con i pronostici su questa stagione, senza timore ha parlato della possibilità di compiere il passo in avanti, fino al primo posto, a trent'anni dal secondo e ultimo scudetto.

Per il terzo anno di fila, la Juve ha aperto il campionato: ha vinto senza brillare a Parma, con un gol di Chiellini perché quello di CR7 è stato annullato per fuorigioco dall'arbitro napoletano Maresca dopo verifica al Var. Sarri non c'era e neanche il suo gioco, perché questa Juve - con Higuain al centro dell'attacco, proprio lui che sembrava essere stato scartato ancor prima dell'inizio del ritiro - è apparsa come quella di Allegri: cinica, in grado di correre pochi rischi ma non esaltante. Ha bisogno di tempo, Maurizio. Ma sabato c'è già il Napoli a Torino e Ancelotti avrà un'arma in più, Lozano, oltre a quella collaudate che sono state vincenti a Firenze. Gli azzurri si presenteranno caricatissimi dopo questo colpo al Franchi, un chiaro avviso alla Juve. Non sarà calcio d'agosto, quel sabato 31.
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