Il vice di Kavra, l'alter ego di Osimhen e persino l'alternativa a Zielinski. Una mezza amichevole in Turchia potrebbe scombussolare le certezze di Spalletti? Difficile che Luciano pensi a mettere mano a questo meccanismo perfetto che è il Napoli. Con l'Inter si riprenderà esattamente come si è finito, ma quel Jack lì proprio diventa un peccato metterlo da parte. Già, ma al posto di chi schierarlo titolare? E poi perché toccare qualcosa in una squadra che è ancora imbattuta in serie A, ha perso solo una gara (inutile, quella di Liverpool) e ha un attacco atomico? In ogni caso, Giacomo Raspadori è un gioiello davvero dalla risorse infinite. Che sta dimostrando di poter fare un bel po' di cose. Visto che mancava Zielinski, ad Antalya è stato piazzato mezzala. «Per gioco», dice Spalletti. In pratica, da quando è a Napoli, ha fatto qualsiasi cosa in attacco. In genere, chi sa far tutto non sa fare abbastanza bene una cosa per specializzarsi in quella, ma Jack, mister 35 milioni di euro è l'eccezione. È uno che - al contrario dei più - è specializzato in tutto.
Mezzala, punta, sottopunta e persino regista. Tutto in una sola partita. In più due gol e un palo. Sa far calcio in poesia e in prosa, è di lotta e di governo, è leader e gregario. Nella Nazionale di Mancini è uno di quelli a cui il ct difficilmente rinuncia. E lui ha ripagato con gol pensanti in Nation League. Poi c'è il Napoli, dove deve fare a braccio di ferro con Osimhen che, in questo momento, si fa davvero fatica a immaginare in panchina. E allora ecco che Spalletti cerca spazi (e spazio) per il gioiello dell'ultimo mercato azzurro, l'attaccante che va coccolato anche in ottica Italia, perché chi fa gol nel nostro Paese che vede il Mondiale solo in tv, è merce rara, preziosa. Lui, lo ha sempre detto, vuole giocare al centro dell'attacco. Anche se è vero che quelli come lui, piccoli e rapidi, sono sempre meno diffusi sui campi d'Europa: il falso nove è in via d'estinzione, anche se quando hai a che fare con un tizio come lui fai fatica a pensare che sia davvero arrivato al capolinea la moda dell'attaccante piccolo e letale. Certo, Spalletti sa che è una rinuncia dolorosa. E ad Antalya sta provando a capire se possa essere un piano B alle possibili e temute fasi di letargo in cui può piombare Zielinski. Poi, questi test-match sono fatti apposta per provare, valutare, pesare. Spalletti ha capito soprattutto una cosa in questi giorni: Raspadori, anche se non è titolare, è uno su cui può contare. Raspa è proprio il simbolo del suo successo personale: Lucianone ha creato un gruppo dove davvero vige il motto dei moschettieri del re: uno per tutti e tutti per uno. Jack - che nell'Italia è uno dei simboli della rinascita - ha sempre accettato le decisioni di Spalletti. Ha giocato quando Osimhen è finito ko, ma dal momento in cui è tornato ha recitato senza esitare la sua parte: quella del suo vice. Poi si è arrangiato, anche qui con disponibilità e umiltà: ha preso il posto di Kvara quando il georgiano ha accusato i problemi muscolari.
D'altronde, i segreti sul suo ingaggio sono pochi: ha preferito venire a Napoli pur sapendo della concorrenza con Osimhen. E con decisione: anche quando la trattativa si era complicata, lui è stato chiaro con l'ad Carnevali. Non ha mai puntato i piedi, cosa che De Laurentiis ha apprezzato molto, ha atteso che la trattativa andasse in porto. Ma ha mantenuto la promesso fatta al presidente azzurro: «Se non vengo al Napoli quest'anno, verrò il prossimo anno. Questa estate resto al Sassuolo». E Spalletti lo ha preso sotto la sua ala protettiva. Facendo il bene anche del ct Mancini che il 23 marzo, a Napoli, contro l'Inghilterra, punterà ancora su di lui.
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