Imbriani, il sogno spezzato
di un ragazzo perbene

Imbriani, il sogno spezzato di un ragazzo perbene
di Francesco De Luca
Domenica 5 Dicembre 2021, 09:50 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 10:19
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Vujadin Boskov rinunciò a Pippo Inzaghi, già attaccante di valore e futuro campione del mondo, per lui. Carmelo Imbriani era uno degli undici “fratellini”, come li chiamava il maestro serbo, che all'inizio del campionato 1995-1996 stupirono l'Italia portando il Napoli ai vertici della classifica. Durò poco. I conti del club erano un disastro, l'esperto allenatore che quattro anni prima aveva vinto lo scudetto con la Sampdoria avrebbe assicurato una tranquilla salvezza prima di lasciare il posto a Gigi Simoni. A quei tempi, era già tanto.

Carmelo, beneventano di Ceppaloni, era entrato nel settore giovanile del Napoli su segnalazione di un consigliere del club, Clemente Mastella, uomo politico di primo piano e cugino del padre. Si era fatto spazio nelle squadre minori azzurre e nel '94 Marcello Lippi decise di farlo esordire in A. Per Boskov, era un predestinato. Ma in azzurro avrebbe collezionato 33 presenze e segnato 5 gol, prima di iniziare un tour in tutta Italia. Smise presto diventando allenatore del Benevento. E, quando riuscì ad arrivare alla guida della prima squadra, cominciò a sentirsi male nel ritiro precampionato. Febbre alta, dolori. E tanta paura. Era l'estate del 2012, i medici diagnosticarono il linfoma di Hodgkin. Imbriani lasciò la panchina, il suo campo di battaglia diventò l'ospedale di Perugia, dove morì il 15 febbraio 2013.

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Nei mesi della sofferenza il fratello Gianpaolo aveva sollecitato il mondo del calcio a inviare messaggi di incoraggiamento a Carmelo. E così quello slogan “Imbriani non mollare”, con l'immagine di esultanza dell'attaccante dopo il gol all'Atalanta nel '95, fece il giro degli stadi.

Gianpaolo non si fermò dopo la morte, a 36 anni, del fratello. Anzi. Cominciò un viaggio lunghissimo, 374.970 chilometri attraversando 107 Paesi, per lanciare un messaggio di solidarietà. Per fare quelle esperienze che avrebbe voluto condividere con Carmelo. Il racconto di quei viaggi adesso è in un libro, “Storia di una promessa”, che sarà presentato martedì 7 dicembre a Benevento nella sala consiliare del Comune alla presenza del sindaco Mastella e del presidente del club giallorosso Oreste Vigorito. Ma c'è ancora una promessa da realizzare: creare tanti campi di calcio dedicati a Carmelo, per ora ce n'è uno a Benevento e un altro in Tanzania, il prossimo probabilmente in Argentina.

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