Insigne al Toronto, c'è la firma:
guadagnerà 60 milioni in quattro anni

Insigne al Toronto, c'è la firma: guadagnerà 60 milioni in quattro anni
di Pino Taormina
Mercoledì 5 Gennaio 2022, 08:30 - Ultimo agg. 10:59
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Il blitz a Roma. Subito dopo l'allenamento. È l'ultimo atto di una storia dal finale scontato: Lorenzo Insigne ha raggiunto l'intesa con il Toronto e dà il via libera alla sua nuova vita in Canada. Un sì nel pomeriggio di ieri all'hotel St. Regis. Ironia della sorte, il posto dove De Laurentiis, il 30 giugno, annuncio il piano di sforbiciata dei costi. Con lui la moglie, il padre Carmine, l'agente, l'intermediario che ha condotto l'operazione D'Amico e gli emissari del club della Mls. Tutto fatto, nel pieno rispetto del regolamento. Con tanto di brindisi finale e videochiamata a Manning rimasto a Toronto perché positivo al Coronavirus. Cinque anni, una decina di milioni di stipendio, qualche bonus e via. E adesso? Non c'è bisogno di una proposta indecente: se il Toronto vuole davvero, Insigne può andar via già a gennaio. E non è detto che non avvenga. La porta è aperta. Nessun muro verrà alzato da De Laurentiis. Così va il mondo: Bill Manning, il patron del club canadese, si prepara così ad alzare il telefono e a fare una offerta per anticipare la partenza per il Canada. Se ne può parlare. Tranquillamente. Senza rancore. Anche perché il 26 febbraio la Mls prende il via. Dunque, tutti i nodi sono venuti al pettine: non era una trattativa immobiliare quella che l'11 ottobre andò in scena in maniera quasi grottesca al secondo piano di un altro hotel, il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo e che il Mattino raccontò il giorno dopo. Nella sala prenotata dall'agente Pisacane c'erano Bill Manning, presidente del Toronto, Lino Di Cuollo, uomo chiave della Mls, e Andrea D'Amico, storico agente e intermediario ma anche Insigne in persona. No, non c'era una cartina di qualche attico extralusso nel cuore di Manhattan, magari affacciato sulla celebre Madison Avenue, da mostrare al capitano, come provò in maniera impacciata e imbarazzata a giustificare il suo entourage, ma un bel contratto pieno di zeri a cui era impossibile dire di no. E infatti, Lorenzo Insigne non ha detto di no. Ci ha pensato per un po', poi ha mandato in missione quelli del suo staff a Toronto nelle settimane passate e alla fine il cerchio si è chiuso. Certo, onestamente, i tempi sono quelli che sono, perché far sventolare ai quattro venti l'accordo raggiunto lascia perplessi anche perché il contratto prima del primo febbraio non può essere depositato. Ma tant'è: il dado è tratto. Ed è una scelta di vita, anche perché si sposterà in Canada con tutta la sua famiglia. 

Insigne non ha voluto scendere a patti con De Laurentiis, il capitano ha scelto di non diventare l'ultima bandiera del Napoli. Dando l'esempio e riducendosi lo stipendio in tempi di pandemia. D'altronde gli era chiaro tutto da tempo: più di 3,5 milioni di euro che rappresentano il nuovo tetto massimo degli ingaggi del club azzurro, il presidente non poteva e non voleva mettere sul piatto. Il Napoli deve riposizionarsi alla luce dei fatturati. Ed è un messaggio anche per i rinnovi che verranno: da quello di Lozano a quelli di Fabian e Osimhen. Una sorta di salary cap che non consentirà più al club di spingersi oltre gli 80 milioni di euro di monte ingaggi a stagione.

Insigne non ha voluto sposare questo piano di ridimensionamento dei conti, questa sforbiciata che il padrone della società si è imposto e sta imponendo. Ha preso ed ha deciso che al Toronto non si può dire di no. E a questo punto, De Laurentiis - come con Hamsik nel 2019 - attende una mossa di Manning e dei suoi emissari: se il 26 febbraio, nella gara di esordio a Dallas, il Toronto vuole schierare Insigne basta bussare alla porta e anticipare i tempi. In ogni caso, per Lorenzo è una scelta di vita: perché se è una mossa importante sotto il profilo economico (per lui e per lo staff che lo circonda), l'addio all'Europa, segna anche l'addio alla Nazionale. Roberto Mancini, difficilmente, continuerà a tenerlo nei radar dell'Italia, magari potrebbe ancora convocarlo per i playoff con Macedonia prima e (si spera) Portogallo dopo. Ma il Mondiale è a rischio. Scelte. 

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Per domani nonostante le condizioni non straordinarie, Lorenzo sarà tra i convocati. Ammesso che si giochi, chiaro. Si è sempre allenato in questi giorni, ha recuperato dal Covid e dai problemi al polpaccio e anche se ha vissuto dei giorni migliori sotto il profilo fisico, vuole esserci in quella che si annuncia come l'ultimo Juventus-Napoli della sua carriera. Titolare o in panchina? L'impressione è che il genio di Frattamaggiore possa giocare dal primo minuto, anche tenendo conto dello tsunami di assenze in queste ore. In ogni caso, Insigne non si tira indietro. Forte anche del contratto per i prossimi cinque anni, potrà magari anche giocare con la testa più sgombra di pensieri. Il suo futuro è scritto. Domani sera proverà a togliersi l'ultimo sfizio. Nonostante non sia al top. Gli ultimi grandi gesti dell'uomo che non volle diventare bandiera. 

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