Insigne, prove di rinnovo:
De Laurentiis saluta il suo agente

Insigne, prove di rinnovo: De Laurentiis saluta il suo agente
di Bruno Majorano
Domenica 12 Settembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:00
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Raggiante. Il patron Aurelio De Laurentiis dopo la vittoria in rimonta sulla Juventus ha gli hocchi pieni di felicità. D'altra parte il suo Napoli è lì in cima alla classifica a punteggio pieno dopo le prime tre giornate. «Ringrazio Spalletti perché ha quadrato la squadra», esordisce De Laurentiis, e le sue sono parole al miele per il suo allenatore. 

Ma è come se la gioia per la vittoria non sia tutto. C'è qualcosa che più di ogni altra lo tiene in pensiero. Ed è un qualcosa che va oltre il campionato, addirittura oltre i confini nazionali. «Fa piacere andare a giocare in casa del Leicester in Europa League, ma c'è un problema da risolvere». Il riferimento è legato alla questione dell'ingresso in Inghilterra dei giocatori che hanno giocato fuori dall'Europa durante l'ultima sosta per le Nazionali. «Bisogna farsi accettare da Johnson in Inghilterra. Questo perché fare una partita senza portiere e senza Osimhen sarebbe assurdo». Prosegue De Laurentiis. «Ne ho già parlato con Marchetti della Uefa e mi ha rasserenato. Mi ha detto che hanno girato il mio messaggio al governo inglese insieme a quello degli altri club che hanno sollevato la medesima questione. Adesso aspettiamo il responso. Di sicuro dalla nostra c'è il fatto che giochiamo giovedì e quindi abbiamo più tempo per ottenere il nulla osta. Ma sono consapevole del fatto che servirebbe maggiore chiarezza per tutti, anche per i club che hanno le proprie gare di Champions all'inizio della settimana Intanto noi speriamo si convincono per giovedì». Diretto e preciso. Senza giri di parole. L'appello di De Laurentiis al governo inglese per aprire le frontiere ai giocatori che dovranno scendere in campo in Europa League e in Champions è chiarissimo. Ora si deve solo aspettare il responso. «Anche perché sono felice di sfidare il Leicester, una squadra che gioca molto bene al calcio e dalla quale possiamo imparare tanto».

 

Ma prima ancora di pensare al Leicester c'è un futuro ancora più vicino, si chiama Lorenzo Insigne. Ieri, prima della gara contro la Juve, il presidente ha incontrato allo stadio l'agente di Lorenzo.

Un abbraccio e una lunga chiacchierata con il mercato sullo sfondo. Perché di rinnovo non si è parlato, non era quella la sede opportuna per farlo, ma intanto è stato il primo passo per un disgelo tra De Laurentiis e l'entourage del giocatore. È stato proprio il presidente ad avvicinarsi al procuratore di Insigne per un saluto, un gesto che può voler dire tanto viste le ruggini estive. Quanto alle condizioni fisiche di Lorenzo, uscito ieri nel finale, niente di grave. Solo tanta paura per una botta al ginocchio destro. 

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Intanto, però, il presidente del Napoli si gode il successo in rimonta sulla Juventus. «È sicuramente un buon inizio. Spalletti ha dato alla squadra un gioco interessante. E anche stavolta siamo sempre stati sempre all'attacco conducendo il gioco dall'inizio alla fine. Penso anche che si poteva vincere 2-0». Insomma, felicità, felicità, felicità. De Laurentiis, che ha seguito la partita dalla tribuna, ha gli occhi pieni del suo Napoli, e ne ha ben donde. Perché contro la Juventus è stato quasi un monologo azzurro. «Ho scelto Spalletti perché è un uomo molto ordinato e diligente. Sa gestire le cose con fermezza come piace a me. Fino ad ora non ho nulla da eccepire, si può parlare con lui, ed è una persona che non si offende per i chiarimenti chiesti. Perché non ha fantasmi nel suo ego, dorme tranquillo la notte. È un uomo felice, contento e appagato, a differenza di tanti uomini che purtroppo non sono così». E poi il grande abbraccio al popolo napoletano, che finalmente è tornato allo stadio quasi al completo. «Gli entusiasmi si devono avere e si devono condividere nella vita in ogni attività, altrimenti sarebbe troppo triste. Ecco perché ringrazio la squadra per la prestazione, ma ringrazio anche il dodicesimo uomo in campo che è stato straordinario: il nostro pubblico. Sono stati di un'educazione encomiabile allo stadio». 

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