A guardarli adesso, con la maglia azzurra della Nazionale, qualche rimpianto è più che fisiologico. Lorenzo Insigne e Ciro Immobile sembrano fatti davvero l'uno per l'altro. Una versione moderna dei gemelli del gol Vialli e Mancini che incantarono l'Italia e l'Europa all'inizio degli anni '90. Sono entrambi napoletani Ciro e Lorenzo, cresciuti in mondi totalmente opposti: il settore giovanile della Juve per Immobile, la gavetta e la serie C per Insigne. Si sono trovati a Pescara sotto la guida di Zeman in serie B e si sono piaciuti fin da subito. Un feeling quasi naturale, dettato da quella stella lingua parlata in campo e fuori. Gli basta poco per capirsi, per intendersi, per sapere quando scattare in profondità e quando servire la palla in verticale. Oggi se li gode Roberto Mancini, ct della Nazionale, ma il rimpianto è tutto per i tifosi del Napoli. Sì, perché c'è stato un momento storico in cui De Laurentiis ha avuto la possibilità di ricomporre quella stessa coppia in azzurro.
Lorenzo è un pezzo storico del Napoli, e Ciro sarebbe potuto arrivare per 8 milioni di euro - secondo quanto ha raccontato negli anni l'agente Alessandro Moggi - ma De Laurentiis gli preferì Pavoletti per ragioni legate all'ingaggio.