Insigne, un mese senza gol:
se i pensieri diventano un peso

Insigne, un mese senza gol: se i pensieri diventano un peso
di Bruno Majorano
Martedì 23 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 12:41
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Per fortuna novembre finirà presto. Lo sa bene Lorenzo Insigne che infatti ha una voglia matta di voltare pagina. Il capitano del Napoli era partito a inizio stagione accompagnato dalle fanfare di un Europeo vinto con la Nazionale indossando la maglia numero 10 e a Napoli era stato accolto da eroe. Giustamente. Perché non capita tutti i giorni di poter festeggiare e glorificare uno dei protagonisti di un successo internazionale. Sarebbe dovuto essere quello il trampolino per spiccare definitivamente il volo. Verso l'alto. Con la Nazionale e con il Napoli: due tonalità di azzurro che stanno entrambe molto a cuore all'attaccante di Frattamaggiore. 

 

Le prime uscite erano anche state rincuoranti. Con un Insigne sempre più protagonista nel Napoli, coccolato da Luciano Spalletti, l'allenatore arrivato con il marchio a fuoco del «mangia capitani» e diventato subito il primo sponsor di Lorenzo. Tra i due il feeling è nato subito, una scintilla che ha impiegato pochissimo ad accendere la miccia della sintonia. D'altra parte questo è il Napoli di Insigne. Le ha giocate tutte, salvo quella panchina di Salerno che per qualche ora ha fatto pensare all'apertura di un caso. Niente di tutto ciò. Solo un po' di riposo, precauzionale, per via di un lieve fastidio muscolare. Poi in casa Napoli e in casa Insigne è tornato il sereno. Quello che non è tornato, però, il feeling con il gol, che per un attaccante è quasi esclusivamente l'unica cosa che conta. L'ultimo Lorenzo lo ha segnato il 28 ottobre contro il Bologna, con una doppietta non banale: due rigori, entrambi a segno, dopo i tre errori nei precedenti tentativi. Anche quello rischiava di diventare un caso, ma anche quella volta il capitano ha dribblato le critiche ed è andato a segno. Ora però, le cose stanno cambiando. Ancora.

È tornato col morale sotto le scarpe dopo il flop con l'Italia. Il doppio pareggio con Svizzera e Irlanda del Nord ha condannato Insigne e la Nazionale alla lotteria dei playoff di marzo: non esattamente quello che ci si aspettava dai campioni d'Europa. E anche Lorenzo non è che abbia brillato particolarmente nelle ultime due sfide del girone, anzi. Sperava di ritrovare serenità a Napoli, dopo una prestazione tutto sommato incolore già prima della partenza per Coverciano: quel pareggio casalingo contro il Verona.

Ma a Milano, contro l'Inter, è andata pure peggio: sconfitta e neroazzurri che hanno accorciato sulle due capoliste. 

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Lorenzo è un ragazzo emotivo, di quelli che prendono a cuore la propria squadra, quindi la sconfitta di domenica sera la sente come sua al 110%. Dopo la partita era visibilmente giù. Avrebbe voluto deciderla lui. Magari con un tiro a giro dei suoi, una di quelle magie che soltanto lui è in grado di inventare. Ma niente. Appena un assist per il vantaggio iniziale di Zielinski, e poi l'evaporazione dal match. Ovviamente il primo pensiero del giorno dopo è andato al contratto e a quell'accordo con il Napoli che non solo non c'è, ma non sembra nemmeno essere all'orizzonte. Troppa la distanza tra la richiesta (circa 6 milioni) da parte del giocatore e l'offerta (non oltre i 4,5) da parte del Napoli. Mentre inesorabile si avvicina il mese di gennaio. Da quel momento Lorenzo - che andrà in scadenza a giugno 2022 - potrà iniziare a guardarsi attorno e valutare le offerte che arriveranno. Perché da febbraio, poi, sarà anche libero di mettere nero su bianco la firma per un nuovo accordo. Lontano da Napoli. Giocare con la mente sgombra in un momento del genere sarebbe impensabile, nonostante lui sia il primo a dirsi concentrato solo sul campo e sul lavoro quotidiano. Come se non bastasse, poi, nel circo dei pensieri del capitano si è aggiunto quello del playoff di marzo con la Nazionale. Venerdì si conosceranno i nomi delle sfidanti sulla strada per il Qatar, appuntamento che Insigne non ha alcuna intenzione di perdere, perché sarebbe forse la sua ultima grande chance con la maglia dell'Italia. Intanto domenica arriva la Lazio «dell'amico» Sarri, quello che sostanzialmente ha dato una svolta alla sua carriera. Poi finirà il mese di novembre: almeno sì, quella sarà una buona notizia.

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