Insigne eroe dell'Italia di Mancini:
ora sì che il cielo è tutto azzurro

Insigne eroe dell'Italia di Mancini: ora sì che il cielo è tutto azzurro
di Pino Taormina
Martedì 17 Novembre 2020, 08:30
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Mai come con Mancini ct, Lorenzo ha trovato con l'Italia coraggio, autorevolezza, nessuna paura nel tentare le cose più difficili. Del resto nessuno qui ha più classe di lui, ma spesso è solo con il Napoli che lo mostra. L'altra sera, con la Polonia, nella notte dell'emergenza totale, Insigne ha fatto il leader. Con naturalezza. E ha incantato tutti. Fa tutto meno paura con questo Lorenzo Insigne. Fa meno paura la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Venghino pure, li aspettiamo all'Europeo. Ed è come se Lorenzo Insigne fosse cresciuto dentro in una manciata di mesi, forse dipende anche da Gattuso, da come lo mette in campo e da come gli parla fuori. Ma anche dal fatto che si è messo alle spalle la parentesi Raiola ed è tornato ad avere al suo fianco un agente-amico che lo coccola in ogni istante. «Un onore per me, napoletano, vedere un altro napoletano trascinare con questo entusiasmo la nostra Nazionale. Lorenzo è un campione vero», racconta Vincenzo Pisacane. Il cielo di Insigne adesso non è più attraversato da nuvole. È il capitano del Napoli, è il numero 10 dell'Italia. Ci fosse libero quel numero anche nel Napoli, senza dubbio toccherebbe a lui. Magari proprio con la benedizione di Maradona. Con Gattuso e Mancini è tornato a essere sereno. Tre anni fa, proprio di questi tempi, era rimasto clamorosamente fuori nello spareggio con la Svezia. Una esclusione che brucia ancora sulla pelle sua e di una intera nazione. «Lorenzo non si abbatte e non si entusiasma mai. È sempre sereno, come in queste ore. Ha l'orgoglio di indossare la maglia azzurra dell'Italia, non vi rinuncerebbe per nulla al mondo. Ne è fiero. E darà sempre il massimo con la Nazionale», racconta Pisacane.

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L'Italia si accorge di nuovo di lui nella notte più buia, quella delle tante rinunce, compreso il ct Mancini che salterà anche la trasferta in Bosnia perché ancora positivo.

Si è messo sulle spalle la Nazionale e ha disegnato un calcio nuovo e pulito, con gesti di nitida bellezza, incantando con il suo talento cristallino. Come se ogni volta, anche se ha 29 anni, dovesse sempre dimostrare che in serie A in pochi hanno i suoi piedi. Che assurdità. Con la Polonia ha dimostrato di essere un fuoriclasse con gli occhi dietro la nuca, con il radar sotto la maglietta. È arrivato il momento giusto, anche con l'Italia, a pochi mesi da Euro2020 per dimostrare che nessuno ha più classe di lui. Scommettiamo che ci riesce questa volta? Perché domani c'è la Bosnia ma poi riparte la cura di Gattuso. E non ha ragione De Laurentiis quando dice che delle nazionali non importa a nessuno. Non c'è calciatore al mondo che vi rinuncerebbe. Basta vedere la gioia di Mertens che a 33 anni saltava di gioia come un bambino dopo la perla su punizione con cui ha mandato al tappeto l'Inghilterra. Lorenzo ne ha passate tante per questa maglia: la delusione del 2014 in Brasile, l'esclusione choc con la Svezia. Ma la voglia di essere ancora protagonista, come a Euro2016 con Conte ct, è tutta in quel modo con cui zittisce Lewandowski. «Dobbiamo continuare su questa strada, è quella giusta. Se vinciamo, sono contento anche quando non faccio gol. Questa Nazionale può togliere grandi soddisfazioni», ha spiegato Insigne a poche ore dal match con la Bosnia che può dare il pass per la final four di Nations League e che garantisce un ruolo da testa di serie nel sorteggio per i Mondiali in Qatar. Domani dipenderà da Florenzi se sarà capitano oppure no. La fascia va, in assenza di Bonucci, a colui che ha più presenze in azzurro. Lui ha 37 gare con l'Italia cucite addosso. A quota 49 c'è il primatista napoletano, ovvero colui che con la maglia del Napoli ha avuto più presenze con l'Italia. È Nando De Napoli.

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