Mai come con Mancini ct, Lorenzo ha trovato con l'Italia coraggio, autorevolezza, nessuna paura nel tentare le cose più difficili. Del resto nessuno qui ha più classe di lui, ma spesso è solo con il Napoli che lo mostra. L'altra sera, con la Polonia, nella notte dell'emergenza totale, Insigne ha fatto il leader. Con naturalezza. E ha incantato tutti. Fa tutto meno paura con questo Lorenzo Insigne. Fa meno paura la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Venghino pure, li aspettiamo all'Europeo. Ed è come se Lorenzo Insigne fosse cresciuto dentro in una manciata di mesi, forse dipende anche da Gattuso, da come lo mette in campo e da come gli parla fuori. Ma anche dal fatto che si è messo alle spalle la parentesi Raiola ed è tornato ad avere al suo fianco un agente-amico che lo coccola in ogni istante. «Un onore per me, napoletano, vedere un altro napoletano trascinare con questo entusiasmo la nostra Nazionale. Lorenzo è un campione vero», racconta Vincenzo Pisacane. Il cielo di Insigne adesso non è più attraversato da nuvole. È il capitano del Napoli, è il numero 10 dell'Italia. Ci fosse libero quel numero anche nel Napoli, senza dubbio toccherebbe a lui. Magari proprio con la benedizione di Maradona. Con Gattuso e Mancini è tornato a essere sereno. Tre anni fa, proprio di questi tempi, era rimasto clamorosamente fuori nello spareggio con la Svezia. Una esclusione che brucia ancora sulla pelle sua e di una intera nazione. «Lorenzo non si abbatte e non si entusiasma mai. È sempre sereno, come in queste ore. Ha l'orgoglio di indossare la maglia azzurra dell'Italia, non vi rinuncerebbe per nulla al mondo. Ne è fiero. E darà sempre il massimo con la Nazionale», racconta Pisacane.
L'Italia si accorge di nuovo di lui nella notte più buia, quella delle tante rinunce, compreso il ct Mancini che salterà anche la trasferta in Bosnia perché ancora positivo.