Insigne, se il peso della fascia
diventa dolce per un napoletano

Insigne, se il peso della fascia diventa dolce per un napoletano
di Francesco De Luca
Venerdì 23 Aprile 2021, 15:20 - Ultimo agg. 24 Aprile, 09:10
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Sono stati nove i napoletani capitani del Napoli, volendo e dovendo considerare nell'elenco Beppe Bruscolotti, salernitano di Sassano ma trapiantato a Napoli dal 1972. Portare quella fascia, per un napoletano, è un onore che si trasforma spesso in onere. Perché da un napoletano - raccontavano vecchi capitani azzurri - ci si aspetta sempre di più. È stato (ed è) così anche per Lorenzo Insigne, che ha dato segni di insofferenza nelle scorse stagioni, reagendo ai fischi o abbassando lo sguardo o con un plateale vaffa. In questo campionato è più sereno e il Napoli trae benefici dai suoi gol, dai suoi assist, dal suo gioco.

 

Tre fattori, oltre alla qualità tecnica cresciuta nel nono campionato di serie A, hanno contribuito a mio avviso: il rapporto con Gattuso, che lo considera un intoccabile esattamente come il ct Mancini in Nazionale; la scelta di un procuratore napoletano, e sinceramente amico, come Vincenzo Pisacane, che non sbatte già i pugni sul tavolo per reclamare più soldi e non prospetta al momento soluzioni lontano da Napoli e infine l'assenza di pubblico a Fuorigrotta perché il capitano non ha il peso di dover sempre dimostrare qualcosa e gioca con maggiore scioltezza. Il suo modello - di calcio e di vita - è Totti, che ha avuto una sola squadra, la Roma. Capiremo nelle prossime settimane se il rapporto tra Insigne e il Napoli proseguirà oltre il 2022, anno di scadenza del contratto. 

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I capitani napoletani, prima di Lorenzo, sono stati otto. Egidio Di Costanzo il primo, dal 1948 al 1951: sarebbe stato anche allenatore azzurro, per un breve periodo, al posto di Beppe Chiappella nel 1969, Poi l'onore è toccato ad Antonio Juliano, dal 1966 al 1978, quando si trasferì al Bologna perché secondo il presidente Corrado Ferlaino e il tecnico Gianni Di Marzio per lui non c'era più spazio: sarebbe tornato da dg portando a Napoli nel 1980 Ruud Krol e nel 1984 Diego Armando Maradona. Dopo di lui Beppe Bruscolotti, che consegnò la fascia di capitano a Diego nel 1986 dicendogli: «Te la do se mi prometti che vinceremo presto lo scudetto». Toccò a Ciro Ferrara raccogliere i gradi dal Pibe nel 1991, quando fu squalificato per doping: è stato il capitano del Napoli fino al 1994, quando passò alla Juve. E poi Pino Taglialatela, cresciuto nel vivaio, il graduato azzurro nella stagione della penosa retrocessione con 14 punti nel 1999. Dopo le esperienze di Gennaro Scarlato (capitano nel 2004, primo anno in C) e di Gennaro Iezzo, la fascia passò a Paolo Cannavaro, che dal 2006 dal 2014 ha guidato la ciurma azzurra, alzando al cielo la Coppa Italia 2012.

Quando arrivò Benitez, venne accantonato, ma in realtà più che Rafa fu De Laurentiis a voler interrompere il rapporto con lui. Da due anni e un po', dopo la partenza di Hamsik per la Cina, il capitano è Insigne.

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