Nessun passo in avanti. Ma neppure una marcia indietro. E anche questo può esser un buon segno. Di sicuro Insigne non ha accordi con altri club. Nessun caso Vlahovic che è in scadenza e accetta la corte di mezza Europa. Lui ha pranzato con i big della Mls americana ma senza impegnarsi per il futuro. La prima scelta resta il Napoli. Ma è chiaro: non a ogni costo. Il rinnovo è lì, sospeso in un limbo. Motivo per cui sono tutti con il fiato in sospeso. Chiaro che Insigne dovrà mettere tutto su una bilancia e prendere una decisione pesando i pro e i contro di un eventuale addio. De Laurentiis sa che questo non è il momento di chiedere una risposta definitiva a Pisacane, né di affondare il colpo. E quindi attende, con il rischio che si possa entrare nel vivo della trattativa in primavera, quando il campionato non è ancora finito e il calciomercato invece è già scoppiato. La trattativa è ancora appesa a un filo, con la voglia del Napoli di trattenere il suo capitano sia pure senza poter (o voler) offrire le cifre di rinnovo che Insigne è convinto di meritare e che probabilmente sono pronti a offrirgli altrove. Alla fine, il nodo è tutto qui. Ma anche il cuore avrà il suo peso nella decisione finale di Insigne e di De Laurentiis: perché i matrimoni si fanno in due ma anche gli addii non devono ricadere solo sulle spalle di uno. Visto con gli occhi del Napoli, impossibile poter offrire a Insigne un rinnovo fino al 2026 a 4-5 milioni di euro a stagione. Per un contratto a vita De Laurentiis è convinto che l'ingaggio debba essere più basso di quello attuale. Più passano le settimane e più le possibilità di un'intesa diminuiscono.
Ovvio che quando il patron azzurro dice ce ne faremo una ragione non è che lascia presagire chissà quale finale a lieto fine.