Insigne, Napoli resta prima scelta
ma la trattativa è appesa a un filo

Insigne, Napoli resta prima scelta ma la trattativa è appesa a un filo
di Pino Taormina
Domenica 7 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 8 Novembre, 07:16
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Nessun passo in avanti. Ma neppure una marcia indietro. E anche questo può esser un buon segno. Di sicuro Insigne non ha accordi con altri club. Nessun caso Vlahovic che è in scadenza e accetta la corte di mezza Europa. Lui ha pranzato con i big della Mls americana ma senza impegnarsi per il futuro. La prima scelta resta il Napoli. Ma è chiaro: non a ogni costo. Il rinnovo è lì, sospeso in un limbo. Motivo per cui sono tutti con il fiato in sospeso. Chiaro che Insigne dovrà mettere tutto su una bilancia e prendere una decisione pesando i pro e i contro di un eventuale addio. De Laurentiis sa che questo non è il momento di chiedere una risposta definitiva a Pisacane, né di affondare il colpo. E quindi attende, con il rischio che si possa entrare nel vivo della trattativa in primavera, quando il campionato non è ancora finito e il calciomercato invece è già scoppiato. La trattativa è ancora appesa a un filo, con la voglia del Napoli di trattenere il suo capitano sia pure senza poter (o voler) offrire le cifre di rinnovo che Insigne è convinto di meritare e che probabilmente sono pronti a offrirgli altrove. Alla fine, il nodo è tutto qui. Ma anche il cuore avrà il suo peso nella decisione finale di Insigne e di De Laurentiis: perché i matrimoni si fanno in due ma anche gli addii non devono ricadere solo sulle spalle di uno. Visto con gli occhi del Napoli, impossibile poter offrire a Insigne un rinnovo fino al 2026 a 4-5 milioni di euro a stagione. Per un contratto a vita De Laurentiis è convinto che l'ingaggio debba essere più basso di quello attuale. Più passano le settimane e più le possibilità di un'intesa diminuiscono

Ovvio che quando il patron azzurro dice ce ne faremo una ragione non è che lascia presagire chissà quale finale a lieto fine.

Ogni qualvolta ha pronunciato questa frase, c'è stato poi l'addio. Lo disse una volta a Udine, nel febbraio del 2013, quando provava in tutti i modi di convincere Mazzarri a firmare il rinnovo. Ma Walterone si era fissato di essere arrivato al capolinea al Napoli e non cambiò idea neppure al cospetto di un contratto in bianco. Poi De Laurentiis lo ha ripetuto a giugno dello stesso anno, a proposito di Cavani e delle sue brame di andare altrove e dopo pochi giorni il Psg pagò la clausola rescissoria (dopo aver ottenuto il sì dell'uruguaiano). Ventiquattr'ore prima la finale di Doha della Supercoppa 2014 gelò Benitez esattamente alla stessa maniera. Rafone sulla tempistica quasi non ci dormì la notte. Fu bruciante, quella sera araba. Come lo fu anche con Maurizio Sarri che a ottobre del 2017 frenava sul rinnovo. «Spero che resti altri dieci anni altrimenti...». Magari stavolta finisce diversamente.

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