Gattuso torchia il suo Napoli:
«Adesso basta, dobbiamo correre»

Gattuso torchia il suo Napoli: «Adesso basta, dobbiamo correre»
di Pino Taormina
Martedì 11 Febbraio 2020, 07:30
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E poi arriva un pomeriggio così, come quello col Lecce. Rino Gattuso tiene la squadra a rapporto molto più a lungo rispetto al solito alla ripresa degli allenamenti. Sapeva che era una buccia di banana questa partita ed è amareggiato perché la squadra non ha captato i suoi campanelli di allarme. Adesso c'è l'Inter che domani attende gli azzurri nella gara di andata della semifinale di Coppa Italia, ma c'è soprattutto da capire. «Voi che avete da dirmi?». Ringhio è così: schietto, umile, disponibile. Non fa processi, quando è il momento ascolta. In momenti così sa che non bisogna esagerare. Di aver giocato bene per mezz'ora non gli importa nulla. La squadra è lì seduta dove solitamente sono seduti i giornalisti, nella sala stampa del centro tecnico. Gattuso non è arrabbiato, stavolta. È preoccupato, che è persino peggio. Concedere ttuti quei tiri al Lecce, a una squadra che calcia in media 4 volte a partita, è un pensiero che lo fa stare nero. Se con la Fiorentina il lato oscuro, il mefistofelico mister Hyde che tutto calpesta e tutto distrugge aveva una sua logica (la preparazione atletica del primo mese di cura del tecnico calabrese), la furia autolesionista e pazza che è ricomparsa col Lecce non ha una facile spiegazione. L'atteggiamento da primi della classe non è piaciuto a Gattuso. Ed è questo che finisce nel mirino dell'allenatore. Ed è di questo che si è parlato per quasi due ore in cui i giocatori sono stati a rapporto con lo staff tecnico. Perché due settimane di gioie non possono essere spazzate vie così.

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La squadra ascolta l'elenco delle cose che non hanno funzionato. Sono tante. Insiste nei suoi concetti, Gattuso: non voglio che il lavoro e i progressi visti fino a poche ore prima di Napoli-Lecce scompaiano come se non fossero mai esistiti. Ovvero, facciamo in modo che sia solo una parentesi, un'altra parentesi negativa. Mancavano Allan e magari Callejon, per scelta tecnica, d'accordo, ma in campo c'era un Napoli di ottimo livello, un po' sperimentale in mezzo (con Demme e Lobotka) ma era il Napoli e gli altri erano il Lecce, con tutto il rispetto per l'altra paladina del calcio del Sud Italia. La Bestia, però, non è stata ancora domata, ecco il punto. E domenica Gattuso ha preso un'altra dolorosa musata. Sarà anche una questione di psiche, ma gli errori dei singoli sono tanti, e ripetuti. E ieri Gattuso e il suo vice Riccio li hanno mostrati uno alla volta: dalle palle controllate senza affanni da Lapadula al gol del numero 9 del Lecce con Di Lorenzo che non si oppone, dalle indecisioni di Maksimovic e Koulibaly e dell'intera linea difensiva alle corse davanti in solitudine di Politano e alle distrazioni di Zielinski. Su tutto un chiaro appunto: se la squadra non corre o smette di correre, prende gol. Perché il 4-3-3 o il 4-2-3-1 a cui spesso poi vira ha bisogno di gambe. Ma quello che pesa di più a Gattuso è il fatto che appena gli altri vanno al tiro, segnano. Film già visto, spesso, anche con Ancelotti.
 
 

Non sono solo parole dolorose, quelle che Ringhio concede alla sua squadra. Poi arriva anche il momento in cui si parla dell'Inter. Sa che quelle di San Siro sono notti che il Napoli non ha mai sbagliato, neppure nei momenti neri della sua stagione. Ha visto il derby di domenica e mostra alla squadra alcune situazioni in cui la difesa dovrà avere la massima attenzione con i centravanti nerazzurri. Domani torna Manolas (ma c'è da capire se al posto di Koulibaly o di Maksimovic) che sta mostrando tutti il suo attaccamento ai colori azzurri: aveva il permesso per restare in Grecia 5 giorni, ma il terzo giorno era già a Castel Volturno. Non c'è alcuna tentazione di rimettere al centro Di Lorenzo perché Hysaj è squalificato e quindi i giochi sono praticamente fatti in difesa. Per il resto, le linee guida portano al ritorno di Allan e Callejon ma tutto, molto, dipende anche da oggi quando Gattuso capirà il livello di stanchezza di alcuni dei suoi uomini. D'altronde, non avrebbe senso avere adesso a disposizione una rosa così ampia e dare anticipazioni agli avversari su chi andrà in campo. Certo, Lozano visto con il Lecce non è pronto per giocare dal primo istante la partita con l'Inter. A centrocampo tornerà Elmas. E in attacco la sorpresa probabile sia Mertens che ritorna «falso nove». Come ai tempi di Sarri.
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