Ventura lo mise in panchina nella notte decisiva con la Svezia, Mancini lo piazza nel posto sbagliato nel tridente. Povero Insigne, una maledizione. Abbiamo perso la gioia. Lì davanti. Infelice, a prescindere, quella Nazionale che sacrifica il suo numero 10 per mancanza di attaccanti veri. E lo mette là nel mezzo di una serie di giganti irlandesi che nello stadio di casa non hanno mai preso gol. E quindi Lorenzo Insigne fa patatrac anche stavolta. E sicuro gli tocca fare mea culpa. Ma per primo al ct Mancini che ha rinunciato ancor prima di iniziare alla sua fantasia, al suo genio che, in ogni caso, di tanto in tanto, illumina di immenso anche l'Italia. E invece no: lo ha gettato tra le fauci di Flanagan e Davis, facendogli rimediare una serata piena zeppa di malinconia. Più o meno gli stessi fantasmi che Lorenzo Insigne ha vissuto nella notte con il Verona. Stupisce la sua prova, sia pure condita dall'alibi di non giocare nel suo ruolo: perché Insigne ha 30 anni e non è un falso nove. Non è neppure un vero nove. Dice di sì ogni volta, non si tira indietro e pure a Spalletti, con il Genoa, non ebbe il coraggio di dire l'unica verità: lui è un esterno d'attacco, gli piace partire a sinistra e rientrare col destro. Prendere o lasciare. Al massimo sottopunta. Ma non è un centravanti. E così in Irlanda è un'altra notte da lupi mannari.
Se siamo ridotti così è per quei due rigori sbagliati da Jorginho con la Svizzera. Ma fa tenerezza vederlo lì, schiacciato tra Berardi e Chiesa, dannarsi come un disperato per cercare di avere un pallone da Jorginho e Barella. Non è lui che fa le cose sbagliate, almeno nel centro del gioco ci prova ad esserci al contrario di altri. Va su e giù, si sbraccia, attira l'attenzione. Ma in area non ci sa stare. C'è poco da fare. Perché è quel centro di gravità che non è roba sua. Il suo posto è altrove. Poi ci sono le necessità. Ma è chiaro che puntare su di lui centravanti nella notte dove non può sbagliare nulla è stato un azzardo.
La formula dei playoff è inedita: c'è una semifinale e poi una finale. In semifinale siamo testa di serie e giocheremo in casa. Il rischio è il Portogallo di Ronaldo o anche la Svezia. Di sicuro non è testa di serie l'Austria. Per capire i potenziali avversari bisogna attende stasera. Al momento, il Portogallo e la Scozia guidano a quota 17 punti, con la Russia e l'Italia appaiate a quota 16, mentre la Polonia insegue a 14 punti, e la Macedonia a 12 punti. Da valutare, però, le partite di stasera: Turchia, Olanda e Norvegia si giocano due posti. Poi una tra Galles e Repubblica Ceca, e una tra Finlandia e Ucraina.