Juventus-Napoli, sconfitta assurda:
pronto il ricorso, ma ADL va al Tar

Juventus-Napoli, sconfitta assurda: pronto il ricorso, ma ADL va al Tar
di Pino Taormina
Giovedì 15 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 12:32
5 Minuti di Lettura

Non l'ha scampata, il Napoli. Non ha evitato il peggio. Il giudice sportivo ha dato ragione a chi diceva ad alta voce (la Juventus e il ministro Spadafora) e chi invece solo sussurrandolo (Dal Pino e Gravina) che la squadra azzurra non aveva rispettato il protocollo e che quindi avrebbe dovuto prendere le carte che le due Asl napoletane le avevano inviato intimando il divieto di prendere quel volo per Torino e buttarle nella spazzatura. Esatto, il Napoli doveva ignorare le disposizione dell'autorità sanitaria, magari cercare di imbarcarsi evitando i controlli ai gate di Capodichino e di Caselle e presentarsi allo Stadium, forse fischiettando, ignorando il rischio potenziale di un focolaio in corso. Insomma, 3-0 per la Juventus e palla al centro. Con il punto di penalizzazione, perché c'è stata una vera e propria rinuncia. Partiamo da un aspetto: il Napoli si aspettava la sconfitta in primo grado. E si attende un altro ko anche in sede di Corte sportiva d'appello (tempi brevissimi, sentenza entro un mese), dove il calcio proverà ancora una volta ad alzare il muro alle ingerenze delle Asl. La svolta che De Laurentiis si aspetta è al Coni, al Collegio di Garanzia, dove il presidente del Napoli confida in un ribaltamento di tutto, con le nuove indicazioni per il protocollo sanitario della Figc. C'è poi ancora il Tar. «Il Napoli da sempre rispetta le regole e la legge. Attende con fiducia l'esito dell'appello credendo fermamente nella Giustizia», il commento del club affidato a un tweet. 

Video

Una sentenza diversa avrebbe minato il sistema calcio. Il Napoli sottovoce lascia intendere che nelle motivazioni del giudice sportivo ci sono le premesse per la vittoria. Alcuni passaggi sono indicativi. La comunicazione della Asl Napoli 2 delle 14,13 del 4 ottobre, infatti, viene ritenuta di indubbio rilievo dal giudice. È quella in cui l'ufficio di prevenzione vieta, senza se e senza ma, che i calciatori possano lasciare l'isolamento domiciliare. Eppure il giudice considera che la partenza del Napoli, a quel punto era divenuta oggettivamente impossibile. Ma come? Se è di indubbio rilievo perché non la prende in considerazione nel suo giudizio? E cosa fa credere al giudice sportivo che il Napoli non aveva alcuna intenzione di partire per Torino, visto che il volo dura non più di un'ora e quindici minuti? Il giudice sottolinea come la società fin dalla sera precedente aveva proceduto a disdire il viaggio aereo programmato con apposito charter e che pertanto era oggettivamente divenuto impossibile sotto il profilo logistico-organizzativo arrivare in tempo. Ma De Laurentiis potrà dimostrare che il charter era a disposizione della società dopo che la Lega aveva confermato lo svolgimento del match. 

LEGGI ANCHE Juventus-Napoli 3-0 a tavolino 

Il giudice Mastrandrea spiega che lui è chiamato a valutare «ai soli fini dell'applicazione delle normative federali».

Ovvero: la mancata presentazione del Napoli è legata a motivi di forza maggiore, come da articolo 55 Noif della Figc? E spiega, con chiarezza, che è preclusa «ogni valutazione sulla legittimità di atti e provvedimenti, delle autorità sanitarie statale e territoriali, nonché della autorità regionali». Insomma, ecco perché il Napoli è certo che sarà il Coni la sede in cui verranno presi in esame questi atti e la loro legittimità. Il carteggio, scrive Mastrandrea, parte dalla nota della Asl 1 del 2 ottobre «in risposta alla mail del responsabile sanitario» che comunica la positività di Zielinski. L'azienda replica: «La responsabilità nell'attuare i protocolli è del Napoli, questa azienda non ha alcuna competenza». Seguiva l'avvertenza di ottenere gli indirizzi. Alle 17,15 di venerdì Canonico inviava l'elenco e dichiarava l'isolamento fiduciario presso il proprio domicilio dei calciatori. Arriviamo a sabato pomeriggio, ore 16,03, quando parte un'altra Pec dalla sede dell'Asl 2 Nord in cui si chiariva «l'impossibilità dei contatti stretti di lasciare il territorio nazionale». Poco dopo l'Asl 1 ricorda «la necessità dell'isolamento degli stessi nel rispetto della circolare ministeriali del 18 giugno». Non basta. Dice il giudice che fino a questo punto gli atti delle due aziende sanitarie non sono incompatibili con la possibilità di disputare la gara con la Juventus. E neppure i chiarimenti che arrivano alle ore 18,25 dal vice capo di gabinetto del presidente De Luca «scardinano il quadro». Mastrandrea affonda il colpo: «La domenica si assiste alla ulteriore richiesta di chiarimento da parte del Napoli». Ma dimentica che deve farlo, perché la sera prima la Lega ha confermato che la gara non verrà rinviata. In questa ottica la nota «di indubbio rilievo» delle 14,23 in cui la Napoli 2 Nord ritiene che «non sussistano le condizioni per lo spostamento in piena sicurezza». Ecco, Mastrandrea chiarisce che non è compito suo stabilire la legittimità del provvedimento dell'Asl.

 

La mannaia di Mastrandrea si abbatte pesante: «Quelli ricevuti dal Napoli sono chiarimenti e non ordinanze specifiche che appaiono compatibili con l'applicazione del protocollo Figc». E aggiunge: «Mentre i primi segnali che giungevano dalle autorità apparivano non ostativi alla effettuazione della trasferta, pur con tutte le precauzioni previste dal protocollo, solo successivamente nella nota delle 14,13 di domenica della Asl Na2 l'ordine dell'autorità assumeva valenza incidente». Ma non basta per avere la forza maggiore. Dunque, non c'è «una causa esterna oggettiva di impossibilità alla prestazione», ovvero l'ordine dell'autorità, perché la prestazione a dire del giudice era «da tempo unilateralmente rinunziata». Da qui l'inammissibilità del reclamo del Napoli. Che se le dovrà anche vedere con la Procura federale. È solo il primo round. E il Napoli non crede di essere finito all'angolo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA