Kvaratskhelia al Napoli,
De Laurentiis lo ribattezza Zizì

Kvaratskhelia al Napoli, De Laurentiis lo ribattezza Zizì
di Bruno Majorano
Giovedì 28 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:22
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«Georgia on my mind», cantava Ray Charles e adesso canteranno i napoletani. Anche perché, inutile dirselo, toccherà trovare in fretta un modo alternativo per chiamare Kvitcha Kvaratskhelia, prossimo acquisto del Napoli in vista della stagione che verrà. E allora parliamo subito delle cose pratiche: il nome del nuovo esterno offensivo azzurro si pronuncia «Cuarascelia», anche se verosimilmente lo chiameranno tutti «Zizì» come ha detto il presidente De Laurentiis al momento dell'annuncio.

Il destino alle volte regala vere e proprie coincidenze incredibili. È nato a Tbilisi il 12 febbraio 2001 e lo stesso giorno la Corte d'Appello di San Francisco condanna «Napster». Da quel giorno, quindi, scambiarsi la musica via internet è vietato. Scambiare la palla velocemente e saltare l'uomo nell'uno contro uno, invece, è diventato il pane quotidiano di Kvitcha che non certo per caso è stato è stato nominato calciatore georgiano dell'anno nel 2020. Gioca a sinistra da ala o quarto di centrocampo. Segna poco ma dribbla per quattro: ha fantasia, coordinazione, cambio di passo, gran tecnica nel destro e direbbero gli scout del basket piedi rapidi. Deve migliorare la fase difensiva, e la scuola di Spalletti può essere quella buona per colmare la lacuna. D'altra parte la carta di identità è tutta dalla parte del georgiano che arriva per la prima volta in uno dei top campionati europei. Una cosa è certa: il dna è pregiato. Suo padre Badri era un bomber che ha finito per esordire (seppur a 35 anni) nella nazionale dell'Azerbaigian dopo essere stato anche capocannoniere del campionato azero con la maglia del Shamkir, mentre Kvitcha è già nell'orbita della nazionale della Georgia. Tra gli estimatori dell'esterno c'è anche Bielsa, uno che notoriamente ha un discreto occhio quando si tratta di giocatori offensivi. 

Fino al 24 marzo scorso il suo cartellino era di proprietà del Rubin Kazan (è il primo giocatore del ventunesimo secolo ad aver giocato in Russian Premier League), ma da un mese si è trasferito alla Dinamo Batumi (già 4 presenze e 3 gol), tornando sostanzialmente a casa sua. Motivo? È uno di quei calciatori che ha approfittato del «liberi tutti» che la Fifa ha consentito ai giocatori dei campionati russi e ucraini a causa della guerra tra le due nazioni dell'est europeo. Quella di Kazan, però, è stata una buona palestra per un ragazzo che ha fatto della precocità una delle sue doti più spiccate. Ha esordito a 18 anni e 3 mesi con la nazionale maggiore georgiana dove vanta già 15 presenze con cinque gol. Non è ancora una stella dei social con i suoi 90 mila follower su Instagram, ma il passaggio al Napoli lo aiuterà anche da questo punto di vista. In azzurro dovrà raccogliere l'eredità che Lorenzo Insigne lascerà a fine stagione trasferendosi al Toronto: non male come compito per un ragazzo di 21 anni.

Ma l'impressione è che i suoi 183 centimetri di altezza siano sorretti da spalle larghe e ben impostate. D'altra parte il suo sogno è sempre stato quello di essere allenato da Jurgen Klopp, non proprio l'ultimo degli arrivati, a dimostrazione di un'ambizione spiccatissima e una voglia matta di emergere. 

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