Kvaratskhelia come Osimhen, l'ira dopo la sostituzione a Bologna

Il talento georgiano è uscito dal campo visibilmente amareggiato

Khvicha Kvaratskhelia
Khvicha Kvaratskhelia
di Eugenio Marotta
Lunedì 29 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 13:00
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Non è stato certo plateale come Osimhen contro l'Inter. Ma anche Khvicha Kvaratskhelia ieri pomeriggio non ha fatto certo i salti di gioia al momento delle sostituzione al Dall'Ara di Bologna. Richiamato in panchina da Luciano Spalletti - ironia della sorte proprio insieme ad Osi - il talento georgiano è uscito dal campo a metà ripresa visibilmente amareggiato. Probabilmente non soddisfatto a pieno della sua prestazione, Khvicha ha raggiunto la panchina azzurra a testa bassa, limitandosi ad un saluto di rito con il subentrante Raspadori (copia-incolla anche con il tecnico, una volta uscito dal perimetro di gioco) per poi guadagnare il più rapidamente possibile il suo posto in panca, spostando anche con una certa fretta una persona dello staff. 

Kvaratskhelia si è «beccato» un'amichevole pacca sulla testa da parte di Giovanni Di Lorenzo che era seduto in panchina.

Un gesto affettuoso del capitano per consolare il compagno di squadra. L'amarezza dell'attaccante azzurro probabilmente veniva da lontano. Per buona parte del match, infatti, Spalletti si era fatto sentire con il georgiano, chiedendogli maggiore attenzione in fase di non possesso.

Il tecnico del terzo scudetto a fine partita ha usato il bastone e la carota con Khvicha. «C'era bisogno di accorciare e dare una mano per poi andare su Osimhen. Gli chiedevo di venire a legare maggiormente il gioco perché lui sa tenere il pallone tra i piedi e sa prendere in mano la situazione». Una pausa ed aggiunge. «Kvara è fortissimo: più lo vedo e più mi piace, ma quando gli avversari ci pressano diventa più difficile portarlo sull'esterno».

Il pareggio dei felsinei in rimonta al Dall'Ara ha lasciato un pizzico di amaro in bocca ai campioni d'Italia. La truppa di Spalletti, infatti, non potrà superare il record di punti conquistato da Maurizio Sarri all'ombra del Vesuvio nella stagione 2017-18. All'epoca, gli azzurri conquistarono 91 punti che però non furono sufficienti per conquistare il tricolore (la Juve chiuse a 95 e fu la prima volta che una squadra che superava il muro dei 90 non si aggiudicava il titolo). Tant'è. Poco importa, considerando che quest'anno non ci sarà il record (il Napoli con 87 punti può al massimo toccare quota 90 domenica prossima con la Samp, nell'ultima gara della stagione che si giocherà al Maradona), ma c'è lo scudetto.

 

Un pizzico di amarezza comunque resta però. Bartosz Bereszyski, che proprio domenica prossima incrocerà il suo recente passato, non fa nulla per nasconderlo. Il cursore polacco è passato a gennaio scorso in prestito (con diritto di riscatto) dalla Samp al Napoli (come alternativa a capitan Di Lorenzo) e soltanto in quest'appendice di stagione sta trovando un po' di spazio con la maglia azzurra. «Per noi era importante - ha detto a caldo - ma purtroppo è arrivato il pareggio a Bologna. Sarà comunque bello giocare domenica al Maradona. Ringrazio Spalletti che mi ha dato spazio in un gruppo di fenomeni». Il difensore si troverà di fronte i suoi ex compagni retrocessi in B, con la nuova proprietà (Radrizzani e Manfredi) che si è da poco insediata che proverà ad evitare il tracollo. «Per me sarà una gara speciale. Anche in campo si vede che per loro la situazione pesa». 

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