L’ultima grande sfida di Sarri:
portare la difesa al livello Juve

di Pino Taormina
mercoledì 19 aprile 2017, 08:07
3 Minuti di Lettura
Quattro mesi con almeno un gol al passivo che hanno portato la difesa azzurra a incassare in tutto 33 reti. Quella del Napoli è in ogni caso la terza difesa della serie A, nonostante le disattenzioni che pesano, eccome, nell’economia del campionato. D’altronde, non è un caso, che la classifica della serie A rispecchi fedelmente la classifica delle difese meno battute: la Juve prende meno gol di tutti (20) ed è prima; la Roma ha la seconda miglior difesa (27) ed è, almeno per ora, seconda. Poi c’è il Napoli. Dietro la Lazio è quarta con 36 gol, ovvero uno in più di Atalanta e Milan che le sono dietro in classifica. Insomma, è proprio (quasi) sempre vero: in Italia vince chi prende meno gol.
D’altronde, nelle ultime quattro giornate gli azzurri hanno subito sei gol e solo a Empoli ne hanno incassati due nella stessa gara. Sono tredici i gol subiti nel girone di ritorno: esattamente come dopo tredici giornate del girone di andata.
Umile nel saper interpretare le proprie sbavature e a provare a risolvere i problemi in corso d’opera, Sarri sa bene che è la difesa il reparto da blindare per puntare a colmare il gap con la Juve. Ma attenzione ai processi: sarà pure, quella del Napoli una difesa che fino ad adesso ha incassato 13 gol in più delle Juve capolista e sei gol in più della Roma seconda in classifica, ma quella attuale, con 33 gol presi, è pur sempre l’ottava miglior difesa nella storia del Napoli dopo 32 giornate di campionato. Per intenderci: con Benitez, allo stesso punto della stagione, nel primo anno di Rafa i gol incassati erano stati proprio 33 e l’anno dopo ben 39.
Sembra strano, ma è così: certo, nulla per cui stappare bottiglie o sparare fuochi d’artificio, ma in ogni caso non è proprio una difesa colabrodo, quella di Sarri. A confronto con un anno fa, colpisce che la squadra abbia peggiorato il suo rendimento difensivo: sono ben sei le reti in più subite in questo campionato. Quella della passata serie A, tra alti e bassi, è stata la quarta migliore della storia del Napoli. Negli ultimi anni, a parte Sarri l’anno scorso, solo Mazzarri ha fatto meglio, incassando 30 gol nella stagione 12/13 e in quella 10/11. In dieci occasioni il Napoli non ha subito reti in questo campionato: e in tutte e dieci c’era Koulibaly in campo. Il senegalese, tra i centrali di Sarri, è quello che gioca di più (2.022’) seguito da Albiol (1.847’), Chiriches (944’), Maksimovic (677’) e Tonelli (270’). Sarri è un allenatore che prepara ogni gara con la meticolosità del secchione che vuole solo il trenta e lode, studiando le caratteristiche di ogni avversario.
Se fosse solo per i numeri, Sarri potrebbe dormire sonni tranquillissimi: il Napoli prende 3,4 tiri a partita. Il che, tradotto, significa che la fase difensiva non è poi così disastrosa. Ma i gol presi sono tanti, troppi. E dispiace che venga così vanificato il lavoro del miglior attacco in serie A nella storia del Napoli: 75 gol.
La miglior difesa, insomma, non è detto che sia proprio la difesa. Il miglior reparto arretrato dopo 32 partite resta quello della stagione 66/67 (Bandoni portiere) con 22 reti seguito da quello del 65/66 (25 gol).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA