Lazio-Napoli, Insigne è ovunque:
Demme si riscatta, Zielinski no

Lazio-Napoli, Insigne è ovunque: Demme si riscatta, Zielinski no
di Bruno Majorano
Lunedì 28 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 14:48
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La seconda volta non si scorda mai. E quindi alla seconda occasione utile per balzare in testa alla classifica, il Napoli non sbaglia. Certo, che fatica. Ci vuole il ritorno al gol su azione di Insigne e una prodezza del peggior Fabian Ruiz di stagione: ma alla fine è il risultato che conta e il risultato sorride tutto agli azzurri. La squadra gioca da squadra e nel secondo tempo cresce a vista d’occhio. Poi c’è il capitano che al momento di difficoltà si carica tutti sulle spalle: segna e serve l’assist vincente. 

Preziose le chiusure di Rrahmani e Koulibaly che tengono alla larga i problemi dalla porta di Ospina. E poi il recupero di Lobotka in mezzo al campo potrebbe essere determinante in vista dei prossimi impegni. Aspettando anche il rientro di Anguissa. 

 

5,5 Ospina

Una parata per tempo, ma entrambe decisive. La più difficile sicuramente quella nella ripresa, quando con volo plastico deve andare a togliere un pallone probabilmente indirizzato all’incrocio dei pali. Il tiro di Pedro gli piega le mani e forse avrebbe potuto anche fare qualcosa in più per evitare il gol. 

6 Di Lorenzo 

Il fallo dal quale nasce il pareggio della Lazio è un falletto, ma comunque avrebbe rischiato di vanificare una prestazione di grande sostanza da parte del terzino stakanovista di Spalletti. Con Politano si intende a meraviglia e sulla fascia destra è sempre un treno ad altissima velocità. 

6,5 Rrahmani

Il fratello insicuro e pasticcione di coppa è tutt’altra pasta rispetto a quello di campionato. Certo, il tridente del Barcellona non è paragonabile a quello della Lazio, ma sta di fatto che Amir ritorna a essere il centralone senza macchia e senza paura che tiene alla larga dai guai la porta del Napoli. 

7 Koulibaly

Giganteggia. Nel vero senso della parola, perché quando c’è lui quelli che lo circondano finiscono per essere sistematicamente sopraffatti. Fisicamente dominante, ma anche con il pallone tra i piedi diventa insuperabile. Con due chiusure in scivolata, spiega agli attaccanti biancolesesti che non si passa. 

6 Mario Rui

Si prende un rischio inutile con un colpo di testa alla cieca a centro area, ma per sua fortuna Felipe Anderson sbaglia la mira. Si dimentica del brasiliano qualche minuto dopo e a graziare il Napoli stavolta è Luis Alberto servito comodamente da Felipe sul dischetto del rigore. 

6,5 Demme

Sembra essere tornato indietro nel tempo, ovvero alla sua prima stagione in azzurro. Corre, si sbatte e recupera un gran numero di palloni. Prezioso anche in fase di costruzione, proprio nella serata in cui la luce di Fabian Ruiz lì in mezzo sembra decisamente spenta. 

6,5 Fabian Ruiz

Il calcio è quella scienza esatta per la quale quando giochi la peggior partita della stagione, poi sei l’uomo decisivo. Dopo aver regalato l’impossibile alla Lazio, lo spagnolo indovina il tiro della vita allo scadere dei minuti di recupero: 8 azzurro in buca d’angolo. 

7 Politano

Sguscia e sgasa.

In un primo tempo di anonimato assoluto è l’unico che prova ad accendere la partita. Un paio di assist sarebbero anche molto invitanti, ma i compagni d’attacco non riescono a capitalizzare le giocate, seppur molto preziose, dell’esterno offensivo. 

5 Zielinski

Eterno incompiuto. Ha sui piedi un pallone invitante per fare centro dalla distanza, ma il tiro non è imparabile. Poi inizia a sbagliare un’infinità di appoggi e verticalizzazioni. La sostituzione dopo 10 minuti dall’inizio della ripresa è logica conseguenza della prestazione incolore. 

7,5 Insigne 

A momenti tira fuori il coniglio dal cilindro: stop impossibile su lancio da 40 metri, dribbling secco sull’avversario e tiro a giro deviato solo dalla schiena di un avversario. Si tratta dell’antipasto di un secondo tempo da urlo. Segna il gol su azione che mancava dalla notte dei tempi e poi serve l’assist per quello della vittoria. 

6 Osimhen 

Si sbatte come un ossesso, e a livello di impegno non è secondo a nessuno. Stavolta, però, gli manca la zampata micidiale, quella per chiudere i conti prima della perla di Fabian allo scadere. Impreciso in un paio di conclusioni, gli manca quel killer instinct che lo farebbe diventare uno degli attaccanti più forti del mondo. 

7 Elmas 

Lo «spaccapartita». Si inventa la giocata per il gol di Insigne e lotta come un leone su ogni pallone che vaga sulla trequarti. Rispetto al fantasma Zielinski, con lui alle spalle della punta, il Napoli cambia marcia ed è il primo a guidare la riscossa nel finale che porta al gol da tre punti e primato. 

6 Ounas 

Con le sue giocate in rapidità manda al bar un paio di avversari. Entra con il piglio giusto e aiuta anche in fase difensiva. Ha voglia e si vede, perché le sue giocate stavolta non sono solo numeri da circo buoni solo per la Play Station: è pratico e utile alla causa a tutta fascia. Il cambio giusto per il cambio di passo. 

6 Lobotka

Il regista che mancava. Quando entra lui il Napoli gira più veloce, mette il pallone nella lavatrice e la Lazio nel frullatore. Si piazza ai margini dell’area di rigore della Lazio e nel frenetico finale di partita non sbaglia un passaggio. Sempre lucido, mai impreciso, e ogni suo suggerimento viene ben accolto dai compagni. 

sv Juan Jesus

Qualche secondo nel finale, dopo il gol da tre punti segnato da Fabian Ruiz. Non ha nemmeno il tempo di toccare un pallone, ma poco importa. Perché nel Napoli capolista c’è tanto anche del suo contributo, quello preziosissimo offerto nel periodo di assenza di Koulibaly. 

7,5 Spalletti

Stavolta le azzecca tutte. La formazione iniziale, ma soprattutto i cambi. Quello di Elmas per Zielinski è lo specchio della partita. Il macedone è il grimaldello con il quale aprire la difesa ben organizzata della Lazio e Spalletti è bravo nel capire che Elmas possa essere l’omo giusto. Ha protetto Insigne dopo i fischi di giovedì col Barcellona e il capitano lo ringrazia con gol e assist.

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