E Adani avverte la Juventus:
«La Champions non deve bastare»

E Adani avverte la Juventus: «La Champions non deve bastare»
di Bruno Majorano
Lunedì 31 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 07:18
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Corsa scudetto ma non solo. Perché Lele Adani è un libro aperto e ogni pagina è una scoperta, un racconto, un fiume in piena di parole ed emozioni. Dal calcio giocato al calcio raccontato è un attimo e l'ex difensore, da tempo opinionista televisivo, ne ha per tutti.

Chi lo vince lo scudetto?
«L'Inter ha tutto per fare il bis. Esprime un bel gioco, ha il giusto mix tra esperienza e qualità e poi ha una grande compattezza».

Eppure a inizio stagione sembrava in ritardo rispetto a Napoli e Milan.
«La svolta per i nerazzurri è arrivata proprio nella partita di andata col Napoli: dal gol di Zielinski a oggi l'Inter è passata da un potenziale meno 10 a un potenziale più 7».

La forza dell'Inter?
«Non avremmo questa Inter se non ci fosse stata quella di Conte. È esattamente come l'evoluzione del centometrista: Conte l'ha portata a competere raccogliendo anche il lavoro iniziato con Spalletti e spingendo la macchina sotto il muro dei 10 secondi. Poi è arrivato Inzaghi che nonostante le difficoltà iniziali è arrivato a fare 9 secondi e 80».

Come vi è riuscito?
«Ha ottimizzato il lavoro precedente aggiungendo un'interpretazione più varia e la gioia di giocare a calcio».

A proposito di allenatori: cosa ha dato Spalletti al Napoli?
«Ha portato una mentalità da grande squadra. Ha dato quella grandezza e quella consapevolezza che mancavano, pur rispettando le caratteristiche di questo Napoli».

Ovvero?
«Il Napoli ha solo un modo di vincere: dominare le partite. E infatti penso che il matrimonio Spalletti-Napoli sia vinto in partenza. Si sono trovati al momento giusto due compagni che non possono non fare bene perché stanno bene insieme».

Quindi Napoli ancora in corsa per lo scudetto?
«Gli azzurri non possono esimersi dal provare a vincere il campionato. Possono rimontare sull'Inter. Hanno elementi e filosofia di gioco tali che non partono mai battuti. Questa è una squadra fatta per giocare a calcio in ogni contesto e ha alternative tutte funzionali alla causa. A questo si aggiunga Spalletti: un allenatore che prepara bene la partita e la legge ancora meglio».

E anche la Juve con Vlahovic può rientrare?
«La Juve deve rientrare per forza. E non basta dire che punta alla zona Champions, perché non arrivare tra le prime quattro equivarrebbe a un fallimento».

Perché?
«Guardate i numeri: la Juve ha il monte ingaggi più alto, l'allenatore più pagato, i giocatori che hanno vinto di più ed è la squadra che presta più giocatori alle nazionali. Non può non provare a vincere lo scudetto. Non ha senso arrivare solo in Champions. Anche perché ora è arrivato anche Vlahovic che è un colpo che fa saltare il banco».

Si spieghi.
«Dal punto di vista dell'appeal e del fascino è quello che infiamma più di tutti.

A giugno sarebbe stato uno dei tre attaccanti più richiesti al mondo perché ha numeri impressionanti. Certo, è arrivato in un momento di crisi economica e anche di classifica. Agnelli si è reso conto che doveva intervenire per colmare una proposta di gioco non all'altezza e una classifica deficitaria. Così ha provato a mettere dentro l'uomo che toglie ogni tipo di scusa: Vlahovic. Adesso sì, lo ripeto: impossibile fermarsi all'obiettivo Champions».

Che effetto le fa sapere che dal prossimo campionato Insigne giocherà a Toronto?
«Dispiacere. Tanto dispiacere. Perché quando vedi il Napoli e vedi l'ala sinistra che rientra, quella è solo Insigne. Non potrò mai togliermi dalla testa lui che entra e Callejon che taglia con quella palla messa al centro come nessun altro. Ecco perché mi mancherà uno come Insigne. Quel tipo di giocata con lui che fa calcio mi mancherà, soprattutto nello stadio di Diego. Poi, ovviamente, rispetto il professionista, l'uomo e le scelte».

In Nazionale ci sarà ancora posto per lui?
«Mi aspetto che sia comunque monitorato da Mancini, anche se mancando quel tipo di competitività ogni prestazione rischia di essere meno attendibile».

E in Nazionale ci sarà posto anche per Balotelli?
«Mancini vuole dare una possibilità a tutti. Ho fiducia in Mancio: anche se non sarà utile a marzo, vorrà comunque tenere presente Balotelli per il futuro. Ci siamo appiattiti dopo l'Europeo vinto e la chiamata di Mario serve anche a stimolare tutti. Da qui a marzo ogni calciatore cercherà di dimostrare di meritare un posto nell'Italia».

Chi al posto di Chiesa?
«Zaniolo e Balotelli ti possono fare i 20’ della vita. Penso alla partita di Belfast: tutti in area ma nessuno tirava. Zaniolo è un calciatore di forza dalla grande imprevedibilità, sa mettersi in proprio e uno così ti serve sempre».

Cambio di campo: quanto si diverte alla BoboTv?
«Lì c'è la scoperta del vero senso di fare l'opinionista. Credo sia la forma migliore per essere profondi in tutto, anche nel cazzeggio. Hai tempo, non ci sono filtri e puoi essere come sei. Penso ai più giovani: loro non guardano tutte le partite, vivono solo di emozioni forti e quando sono con noi si sentono parte del discorso e magari ritornano anche ad affezionarsi al calcio».

Ma lei è affezionato anche al padel.
«È diventata una vera malattia. Si sta sempre in campo».

Chi è il più forte?
«Bobo Vieri è quello con la mano più pesante e tira forte. Ma forse il migliore tra noi della BoboTv è Cassano, il Gattuso del padel».

In che senso?
«Corre come un matto per tutta la partita. Si mette lì e tira su tutto. Ci mette umiltà e lui per primo dice di essere una persona diversa quando gioca a padel. Infatti è classificato e va a fare i tornei in giro». 

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