Spalletti, Insigne, il calcio e i miracoli:
«Voglio un Napoli di scugnizzi»

Spalletti, Insigne, il calcio e i miracoli: «Voglio un Napoli di scugnizzi»
di Gennaro Arpaia
Giovedì 8 Luglio 2021, 14:55 - Ultimo agg. 9 Luglio, 18:37
6 Minuti di Lettura

L'attesa è finita. Perché anche se le notti magiche dell'Italia sono state una panacea per dimenticare l'amarezza di quel pareggio contro il Verona lo scorso 23 maggio, il popolo napoletano ha fame di un azzurro più intenso rispetto a quello della Nazionale. A dare pane per i loro denti ci penserà Luciano Spalletti che finalmente rompe il suo lungo silenzio e svela le prime carte del suo Napoli in diretta sul Mattino.it. 

La curiosità per le prime parole del nuovo allenatore azzurro è fisiologica. Non tanto per le idee tattiche (verosimilmente si proseguirà nel solco tracciato da Gattuso, quindi 4-2-3-1), ma per capire la voglia di un allenatore che è fermo da due anni e che nella sua carriera non si è mai distinto per stagioni di anonimato. 

La scelta di Napoli

«Il Napoli è una squadra forte, sono curioso di lavorarci il prima possibile per vedere fino in fondo quanto ne sono consapevoli i calciatori. Essere forti, se non sai di esserlo, a volte non basta. È una cosa che capirò strada facendo: da quando so di essere allenatore del Napoli non ho tolto mai gli occhi di dosso alla squadra». 

Il ritorno dopo due anni 

«Non chiedo nulla per me, ho già tutto. Sono stato un po’ a casa in campagna, ho rinforzato un po’ la mia camminata perché c’è tanta strada da fare. Il mio lavoro mi piace quindi sono emozionato ogni volta che entro in campo o in uno spogliatoio.

Sono stato felice dal primo momento: ho una squadra forte e una città forte. Con Napoli completo un po’ il mio tour dell’anima. Ho allenato nella città del Papa a Roma, a Milano che è la città della moda, a San Pietroburgo che è la città degli Zar. Sono orgoglioso di essere qui, dove ha giocato anche Maradona. A Napoli il calcio e i miracoli sono la stessa cosa, io e questa squadra vogliamo farci ricordare dalla città». 

Il rapporto con i tifosi 

«Per far innamorare i tifosi dobbiamo solo fare risultato, non c’è altra strada. Quello che dai ai tifosi del Napoli poi te lo rendono con gli interessi. Mi piace lo slogan “Sarò con te”, l’appartenenza non deve mai mancare. I napoletani ci tendono una mano importante, noi dovremo stringerla forte per arrivare lontano e per dimostrare che meritiamo di vestire questa maglia».

Il raduno della squadra 

«Ci vedremo con la squadra qui a Castel Volturno lunedì, saremo insieme due o tre giorni tra tamponi, test e visite mediche. Saranno tutti vaccinati. I giocatori che hanno fatto gli Europei, tranne Lobotka, Elmas e Zielinski, andranno in vacanza e li ritroveremo a Castel Volturno». 

Il contratto di Insigne 

«Insigne? Secondo me sarebbe meglio per me parlare prima con lui e non con la stampa. L’ho chiamato dopo il gol in nazionale, gli ho detto che mi farebbe piacere averlo al mio fianco in questo percorso. Poi ci sono altre questioni nel calcio, ma le analizzeremo insieme quando tornerà. Ma per ora dobbiamo fare i complimenti a lui come a Di Lorenzo per quanto stanno facendo in nazionale».

L'infortunio di Mertens 

«Ho sentito Mertens il giorno prima e quello dopo l’intervento, ha detto che vuole venire subito a salutare tutti. Ma dovrà avere qualche giorno in più per il decorso operatorio». 

L'attacco e la crescita di Osimhen 

«Osimhen ha tutte le potenzialità per fare bene: attacca la profondità, fa male negli spazi, sa far gol e si danna per i compagni. Abbiamo anche attaccanti forti come Mertens e Petagna, serviranno tutti per arrivare bene alla fine della stagione». 

La difesa e il ballottaggio in porta 

«Mi piacerebbe tenere tutti di questa squadra, anche Koulibaly e Fabian Ruiz, ma questo è il momento di far giocare Giuntoli e vedremo cosa accadrà. Meret e Ospina sono due grandi portieri, siamo contenti di averli. Ci sarà bisogno di gestire una stagione lunga, avremo bisogno di 23 calciatori forti. Due portieri così sono un grande vantaggio». 

Il calciomercato

«Per tornare in Champions bisogna avere giocatori forti. Sarà la mia ambizione, abbiamo tanti tifosi in giro per il mondo e non possiamo restare fuori dall’Europa che conta. La squadra è forte, il prossimo Napoli sarà differente da quelli precedenti. Ma noi siamo qui per questo: vogliamo costruire una squadra altrettanto forte. Bisogna essere pronti per capire quello che può succedere, abbiamo uno staff che se ne occuperà, io e De Laurentiis abbiamo parlato tante volte negli ultimi giorni ma non possiamo raccontarvi proprio tutto. Dobbiamo lavorare in maniera seria per occupare tutte le caselle giuste». 

La telefonata a Emerson 

«Giuntoli lo conosco bene, se sceglie un calciatore difficilmente lo sbaglia. Poi ogni calciatore può avere difficoltà, noi dovremo trovare le motivazioni giuste. Ho chiamato Emerson Palmieri? Non posso rispondere, ma è possibile che io l’abbia fatto». 

Il Napoli che vorrei 

«Il 4-2-3-1 sarà la base. Ma contano i calciatori e le loro qualità, fanno la differenza. Dovremo essere bravi a far tutto, come le grandi squadre fanno. L’importante sarà agire di squadra sempre, essere aggressivi quando servirà o mettersi a disposizione dei compagni. In una partita servono tante cose. Il gol è la cosa più importante, ma il lavoro intorno aiuta tutti». 

L'Europa League 

«Mi piacerebbe avere una squadra sfacciata, un gruppo di scugnizzi sfacciati che impongano il proprio talento su ogni campo. L’Europa League è un torneo a cui tengo molto come tengo molto al campionato, al campionato e alle partite amichevoli. Rappresentiamo Napoli, non dobbiamo snobbare niente». 

L'applauso a Gattuso

«De Laurentiis mi ha contattato durante l’anno, avevo dato la mia disponibilità ma avrei preferito partire in estate. Gattuso ha fatto un lavoro splendido, ci mette sempre sentimento, è un allenatore che sa il fatto suo. Non so cosa sia mancato col Verona, ma prima di quella gara hanno fatto grandi cose». 

Il primo incontro con De Laurentiis

«Con De Laurentiis mi sono trovato bene, è uno che le cose te le dice in faccia, quindi a me va bene così. Spero sia un matrimonio lunghissimo, ma bisogna fare le cose bene sempre e gli dirò le cose che penso. Di sicuro ci impegneremo tutti al massimo. I contratti ci danno la possibilità di essere tesserati del Napoli per qualche anno, ma le vittorie sul campo ci permetteranno di essere nella storia del Napoli per sempreg».

La serie tv su Totti

«Sono felice di avergli dato la possibilità di fare una serie, mi spiace che non abbia avuto grande successo. Se me l’avesse detto prima, io un paio di scene per fargli fare il pieno ce l’avevo. Non voglio soffermarmi su questo, però, per ora la cosa più importante è il Napoli e allenare il Napoli». 

Gli arbitri e le polemiche

«Ero in panchina la sera di Inter-Juventus, ma è difficile sindacare su un singolo episodio. Io ho molta fiducia negli arbitri. Anche il Var mi piace, mette a posto tante situazioni. Poi può capitare un errore, bisogna dargli un po’ di interpretazione, ma questa è la strada giusta finalmente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA