«Maradona nel Santos di Pelé»
quel bluff di Coppola 25 anni dopo

«Maradona nel Santos di Pelé» quel bluff di Coppola 25 anni dopo
di Francesco De Luca
Lunedì 11 Ottobre 2021, 13:06 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 09:03
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Guillermo Coppola ha percorso un lungo tratto della sua vita accanto a Diego Armando Maradona. Ed era vicino alla sua bara, il 26 novembre scorso, quando uscì dalla Casa Rosada di Buenos Aires, dove migliaia di argentini avevano reso omaggio al Campione. 

Coppola, che da tempo ha abbandonato l'attività di manager calcistico e fa il commentatore radiotelevisivo, è stato ospite all'America Business Forum a Punta del Este, in Uruguay, e sul palco, per cinquanta minuti, ha ricordato quegli anni da perfetto showman. Il primo incontro nel 1985 nel centro federale di Ezeiza a Buenos Aires, quando disse a Diego che non avrebbe potuto lasciare i suoi assistiti (centinaia) per dedicarsi esclusivamente a lui, e poi il ripensamento, con l'incontro a Napoli il 31 agosto dello stesso anno. 

Tanti aneddoti e una rivelazione: il bluff del 1995, quando Maradona - al termine della squalifica per doping dopo i Mondiali del 1994 - cominciò a progettare il suo rientro nel calcio. Diego sarebbe stato contento di tornare al Boca Juniors ma non c'erano soldi e allora Coppola inventò letteralmente una trattativa con il Santos, il club dove aveva giocato Pelé, costruendo la storia con la complicità di Guillermo Balsinieri, che era il rappresentante della stella della Seleçao in Argentina. «Tentammo così di creare interesse intorno a Diego sollecitando l'interessamento del Boca».

Che infatti riprese Maradona, ormai 35enne. «Ma la sua carriera era finita ormai nel 1990», ha ricordato Coppola. L'ultimo anno a Napoli. 

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Proprio nel 1995 Coppola  venne arrestato con il cognato di Diego, Gabriel Esposito, con l'accusa di traffico di droga. «E nella notte del 31 dicembre, nel penitenziario di Dolores, arrivò Maradona che chiese al direttore di poter trascorrere Capodanno con me. Io gli dissi: ma cosa credi che questa sia casa mia? Era un uomo unico». E giù lacrime mentre dalla sala partivano applausi dedicati a Coppola ma soprattutto a Maradona e a quel pezzo di strada tra gloria e tormenti che percorsero insieme. 

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