Luciano Spalletti doveva aver fatto una promessa a Maradona firmando per il Napoli: vedrai, Diego, porterò lo scudetto nel tuo stadio. Lo ha citato spesso in questi due anni e ha fatto una delicata dedica dopo il pareggio a Udine che ha chiuso il campionato più bello della storia del Napoli (non si offendano i giocatori, i tecnici e i dirigenti dei primi due). E poi, lasciando la stanza del centro di Castel Volturno dove ha lavorato e dormito negli ultimi sei mesi, ha mostrato decine di maglie di Diego. Riposava per poche ore - lo scudetto era diventato un'ossessione più che un traguardo da conquistare - sotto quelle casacche di colore azzurro, bianco, rosso, nero. Ed evidentemente si dava forza. Quelle maglie le metterà nella sua collezione, gelosamente custodita nella villa sulle colline toscane. E forte sarà la nostalgia per Napoli. E per Diego.
Era emerso nella primavera 2021, pochi giorni dopo la sua firma per il Napoli, un particolare. Spalletti aveva trascorso molte ore con i figli ad osservare i video delle partite della squadra di Maradona. Voleva immaginare una Vittoria in quello stadio. È riuscito a ripropore le stesse emozioni, con le magnifiche feste del 7 maggio e del 4 giugno, perché uno scudetto vinto con un mese di anticipo e dopo 33 anni andava celebrato in questo modo.
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