Mertens, gol e sorrisi per convincere
il Napoli a rinnovare il contratto

Mertens, gol e sorrisi per convincere il Napoli a rinnovare il contratto
di Bruno Majorano
Sabato 8 Gennaio 2022, 06:58 - Ultimo agg. 17:01
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Se non avesse fatto il calciatore, Dries Mertens sarebbe stato certamente un genio del marketing e della comunicazione. Perché oltre a vedere la porta come pochi, il belga ha un’innata capacità di comunicare. Sa scegliere frasi, parole, gesti e ovviamente anche post praticamente perfetti. Sempre giusti e al momento giusto. Non ha bisogno di un pool di esperti: basta lui, la sua genialità e la sua grande mente visionaria. 

Da quando è arrivato a Napoli (oramai 9 stagioni fa) ha sempre scelto esultanze particolari, eccentriche, divertenti e costantemente ricche di significato. E anche giovedì sera, dopo il gol del vantaggio segnato allo Stadium contro la Juventus, è stato preciso e diretto: due passi, un piccolo scatto, uno sguardo alla maglia (rossa) del Napoli e un bacio allo stemma del club. Una foto destinata a finire anche tra i post di Instagram del belga. Nessuna parola, nessuna frase, nessun pensiero poetico: solo un cuore azzurro ad accompagnare lo scatto dell’esultanza. Niente dediche a Tommaso il magazziniere, all’autista Dolly, alla cagnolina Juliette, alla moglie Kat, né tanto meno al futuro erede maschio che verrà. Tutto molto più semplice: un bacio allo stemma della squadra che porta sul cuore e nel cuore. Sì, perché Napoli è oramai diventata la sua prima casa, forse anche un pizzico in più di Lovanio la città dove è nato 34 anni fa. Ecco, il problema, però, è che il contratto che lo lega al club azzurro scade a giugno e al momento non si è ancora parlato di rinnovo. 

In ogni occasione pubblica Mertens non si è mai sottratto alla domanda sul futuro, anzi. «Amo Napoli, resterei qui il più a lungo possibile», ha sempre detto.

Senza se e senza ma: senza giri di parole. Perché Dries è così, va dritto al punto, anzi a segno. Proprio come fa in campo. Anche quest’anno si sta facendo trovare pronto nel momento del bisogno. Mentre Osimhen diventava il nuovo bomber azzurro, l’asso pigliatutto tra assist e applausi, Dries non ha mai smesso di lavorare: alla sua maniera, testa e campo. Poi, non appena Victor è finito ai box, è toccato a lui e il contributo è stato pazzesco: 7 gol tra campionato ed Europa. Tutto il resto - a partire dalle critiche - stanno a zero. E sulla base delle prestazioni è venuta fuori, anzi è tornata fuori, la voglia fortissima di dire al mondo «Io resto qui». Sul tramonto del 2021 sembrava che la sua parabola fosse in fase calante: qualche errore sotto porta, qualche prestazione sottotono, la panchina iniziale di San Siro col Milan, il cambio alla fine del primo tempo contro lo Spezia con il Napoli in svantaggio. Tutte ombre che sono svanite in meno di un mezzora, illuminate dalla luce dei riflettori dello Stadium, puntati tutti su di lui, il più rapido di tutti nello sfruttare l’assist di Politano, il più rapido di tutti nel mirare la porta della Juve, il più rapido di tutti nel fare centro. Il resto, poi, è storia: i due passi, la corsetta, lo sguardo alla maglia e il bacio allo stemma azzurro Napoli. Quattro indizi che messi insieme fanno molto più di una semplice prova circa le volontà del giocatore sul suo futuro. Ma da qui a fine stagione serviranno altri gol, altre prove d’amore, altre esultanze da genio della comunicazione.

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