Mertens torna nella notte di Diego,
i tre tenori che fanno bella Napoli

Mertens torna nella notte di Diego, i tre tenori che fanno bella Napoli
di Bruno Majorano
Lunedì 29 Novembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 30 Novembre, 13:18
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Deve esserci una sorta di incantesimo. Ogni qual volta il Napoli perde l'attaccante titolare e tocca a Mertens, Dries si trasforma in un killer infallibile. Ma non solo. Ogni qual volta Mertens si trova di fronte la Lazio segna solo gol belli, anzi bellissimi.

Ieri sera, nella sera dedicata a Diego Armando Maradona, il belga non ha voluto essere da meno alle premesse. Per mettere il segno, lasciarlo a fuoco nella gelida e bagnatissima serata napoletana, gli basata meno di un tempo, anzi appena 19 minuti: quelli che intercorrono tra il gol del 2-0 e quello del tris azzurro. Due guizzi che lo portano a quota 139 con la maglia del Napoli: numeri che non lasciano spazio ad ulteriori giri di parole. Perché non si arriva per caso a diventare il miglior marcatore della storia di un club che può vantare tra i propri tesserati anche il più grande di tutti: Diego Armando Maradona. Dries Mertens lì su, nell'Olimpo azzurro Napoli, ci sta benissimo, anzi a meraviglia. E d'altra parte sono meravigliose sono le prodezze che il belga ha regalato al pubblico napoletano nella serata di ieri. Il primo gol è un mix di forza fisica e classe purissima. Perché dopo il lancio millimetrico di Fabian per Insigne e il tocco delizioso del capitano, Mertens mette il turbo: sterza, controsterza e mette a sedere mezza difesa della Lazio, prima di entrare in area di rigore, guardare negli occhi Reina e spedire il pallone alle sue spalle senza possibilità di appello. Bello, bellissimo: il tutto nel tripudio assoluto di un Maradona che non sa più che aggettivi utilizzare per il numero 14. Passano 19 minuti, però, e il vocabolario azzurro va aggiornato. Di nuovo. Ancora merito di quel folletto nato a Loviano a diventato napoletano fino alla punta dei capelli. Scugnizzo fuori e scugnizzo dentro il campo, come dimostra il gol del 3-0, un mix di classe unita a un pizzico di sana «cazzimma». Dries è due passi dentro l'area di rigore della Lazio, vede Reina leggermente decentrato e in una frazione di secondo decide di beffarlo con un pallonetto praticamente perfetto che va a morire direttamente in fondo alla rete. Ora sì, gli aggettivi rischiano di essere davvero finiti, o quantomeno ridondanti, superflui. Il Maradona vibra di passione, la stessa che prima del fischio d'inizio aveva emozionato tutti nel ricordo di Diego a poco più di un anno dalla sua scomparsa.

Ma Mertens non è solo il finalizzatore di questo Napoli: è il catalizzatore di tutto il gioco offensivo.

Falso nove, dicono, ma all'atto pratico è il più centravanti di tutti. Anche in occasione del gol di Zielinski, quello che sblocca il risultato dopo 7 minuti, c'è lo zampino di Dries. Tutta la difesa biancoceleste va in marcatura sul belga e si dimentica di Piotr che da posizione comoda comoda deve solo prendere la mira e sganciare il missile terra-aria per infilare Reina. Il tutto sotto gli occhi di Sarri, l'uomo che ha sostanzialmente inventato il Mertens prima punta. «Mi spiace perché a lui tengo tanto, ma stasera non è andata come voleva», ha commentato Mertens. «Abbiamo giocato una delle migliori partite, è importante fare così anche in futuro. Ci sono tante partite complicate, ma siamo stati perfetti. Mi fanno piacere i gol: quando sei fuori e lavori duro per tornare non è facile, la squadra stava giocando bene, poi Osimhen si è fatto male ed era importante farsi trovare pronto. Le critiche non mi infastidiscono, tocca a me smentirle. Ora voglio fare bene mercoledì e anche domenica. Futuro? Spero di restare qui». 

 

Ma quella di ieri non è stata solo la serata di Mertens. Alla festa si sono uniti anche Piotr Zielinski e Fabian Ruiz: centrocampisti che all'occorrenza sanno far valere il peso dei loro gol. Il polacco ha sbloccato il risultato con un missile, mentre Fabian ha messo il punto esclamativo sulla vittoria con un gol alla Fabian: tiro dal limite dell'area con pallone che spegne la sua corsa direttamente sul palo lontano. Non una novità per lo spagnolo che così ha messo la ciliegina su una torta decisamente molto ben confezionata. Dal lancio per il gol di Mertens all'infinità di palloni recuperati e gestiti in mezzo al campo per tutta la gara. Protagonista a tutto tondo, alla faccia di chi pensava che le sue prestazioni monstre fossero legate solo ed unicamente dalla presenza di Anguissa al suo fianco. Come non detto, però, perché quella di ieri è stata una prova maiuscola da parte di Fabian che accanto a Lobotka ha preso la squadra per mano e ha deciso a suo piacimento la velocità di tutto il Napoli. Prova di maturità, prova da leader: gol a parte. «Mi sono divertito tantissimo, al di là del risultato. Conosciamo bene Dries: è un bene per noi che stia così bene. Senza Osimhen, con lui stiamo tranquilli», ha chiosato Lorenzo Insigne

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