È scomparso in Argentina uno dei procuratori che ha segnato la storia del calcio sudamericano e italiano: Settimio Aloisio, origini calabresi, aveva 89 anni e in serie A aveva fatto sbarcare, tra gli altri, Batistuta e Caniggia. E fu il primo a segnalare le qualità del giovanissimo Maradona a un club italiano. Quel club era il Napoli.
Era il 1978 e, mentre l'Argentina si preparava a vivere il Mundial in casa, Di Marzio faceva in Sudamerica un viaggio di aggiornamento in vista della riapertura delle frontiere. Alosio era un dirigente dell'Argentinos Juniors, in cui giocava Maradona, a sorpresa escluso dal commissario tecnico Menotti dai convocati per la Coppa. Di Marzio fece subito amicizia con Aloisio, che era nato ad Aiello Calabro, in provincia di Cosenza. Non fu difficile per il tecnico del Napoli creare quel rapporto perché i risultati del suo Catanzaro erano stati seguiti con passione dagli emigrati calabresi in Argentina.
Di Marzio venne conquistato da quello straordinario mancino e chiese - a lui come ad Aloisio - il silenzio totale sui loro incontri, spiegando che avrebbe tentato di convincere il suo presidente Ferlaino ad acquistare quel talento e a farlo tesserare da altra società europea in attesa del via libera per gli stranieri in serie A. Come è noto, non si aprì alcuna trattativa con Maradona, l'Argentinos Juniors e Aloisio e solo sei anni dopo, nell'84, Diego sbarcò a Napoli per regalare un sogno alla città. Di Marzio non era più l'allenatore del Napoli, avendo lasciato il posto al maestro e testimone di nozze Luis Vinicio dopo due partite del campionato '78-'79.
Rileggendo questa storia, proviamo nostalgia per quel modo di fare mercato così romantico e così bello, con figure straordinarie.