Napoli-Atalanta, è una Vargogna:
al San Paolo in scena un furto

Napoli-Atalanta, è una Vargogna: al San Paolo in scena un furto
di Francesco De Luca
Giovedì 31 Ottobre 2019, 07:33 - Ultimo agg. 12:03
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Una vergogna, un furto. È meglio essere netti. Il Napoli è stato scippato al San Paolo: un arbitro incompetente, Giacomelli, non ha concesso agli azzurri un solare rigore che avrebbe potuto chiudere la partita con l'Atalanta e invece nell'azione successiva i nerazzurri hanno pareggiato e conquistato un punto ingiusto.
 

 

È stata scandalosa la decisione di non rivedere al Var quell'azione. Perché Giacomelli non è corso al monitor? Perché l'arbitro al Var (Banti) non è andato oltre il protocollo e ha segnalato quell'incredibile errore, visto che l'abbraccio di Kjaer a Llorente, prima che lo spagnolo ricevesse il pallone, era da punire? C'è molto che non torna in questa storia e, prima di urlare al complotto o di pensare che questo sia stato un risarcimento per l'Atalanta che aveva protestato due settimane fa per i due rigori fischiati in favore della Lazio, bisogna auspicare che il designatore Rizzoli utilizzi nei confronti di Giacomelli e Banti lo stesso metro adottato nei confronti di Massa e Valeri, i due arbitri sospesi per gli errori commessi in Fiorentina-Napoli nella prima giornata di campionato.
 


È stata comprensibile la reazione di Ancelotti e dei giocatori azzurri mentre dagli spalti i tifosi urlavano «fuori fuori», invitandoli ad abbandonare il campo, così come l'esplosione di rabbia di De Laurentiis negli spogliatoi. Chi investe milioni (e il Napoli ne ha tirati fuori parecchi in questa estate e in quelle precedenti), deve essere rispettato, alla pari dei suoi tifosi. Il Var è un aiuto per gli arbitri e bisogna saperlo utilizzare, al di là di quel protocollo che è stato ricordato all'infuriato De Laurentiis nel salotto televisivo di Sky Sport, dove Gasperini è apparso sorridente, beato lui. Non si può aspettare l'apertura della sala Var a Coverciano per restituire serenità alle squadre e alle società e credibilità al sistema che ha subito ieri sera al San Paolo un nuovo brutto colpo, al di là della durissima presa di posizione del presidente del Napoli che ha ricordato i loro precisi doveri agli uomini che gestiscono il settore arbitrale.

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«Ne ho le tasche piene», ha detto il dirigente che guida una squadra che aveva meritato la vittoria e che si sarebbe fortemente rammaricata se tutto fosse stato regolare nell'azione del pareggio di Ilicic. Non era regolare, invece, per quella macchia nell'area dell'Atalanta che ha condizionato la classifica della decima giornata di campionato perché il Napoli è rimasto a tre punti dai nerazzurri e il 2-2 ha fatto svanire l'aggancio al terzo posto. Non c'è alcuna giustificazione per quanto ha fatto Giacomelli, che alla fine ha umiliato Ancelotti espellendolo e Carlo ha espresso tutta la sua amarezza per quella decisione, perché aveva soltanto tentato di frenare l'ira dei suoi giocatori. Averlo riportato in Italia, nella primavera 2018, è stato un premio per il Napoli come per la serie A: c'è rischio che anche le sue tasche siano piene dopo quanto è accaduto ieri, a pochi giorni peraltro dalla sua leale ammissione dell'inesistenza di un rigore nel primo tempo di Spal-Napoli per il tocco col braccio di Vicari sul tiro di Mertens.
Una vergogna così grande non funge da alibi per il pareggio che rischia di rallentare la risalita verso le prime posizioni in classifica. Il Napoli ha commesso errori (grave quello di Meret sul tiro del primo pareggio di Freuler) ma ha dominato la partita contro un avversario che ha il migliore attacco del campionato e viene indicato addirittura come possibile outsider per lo scudetto.

Non c'è stata storia e il secondo pareggio è stato chiaramente condizionato da quanto era accaduto pochi secondi prima nell'area dell'Atalanta, visto da tutto lo stadio ma non da Giacomelli, che due anni fa fu al centro di una polemica perché sul suo profilo Facebook i tifosi della Lazio scoprirono affettuosi commenti dedicati a Totti e alla Roma (la squadra che ospiterà il Napoli sabato) e fecero in tribunale un'azione di risarcimento danni. Non si può vivere in un clima di sospetti e proprio per questo è auspicabile che, prima di prendere i dovuti provvedimenti nei confronti dell'arbitro triestino, il presidente Nicchi e il designatore Rizzoli gli diano la parola per spiegare cosa (non) ha visto al San Paolo. Sarebbe il modo più corretto per rispondere ai dubbi di De Laurentiis, di Ancelotti, dei giocatori e dei tifosi azzurri. Pochi giorni fa c'è stato un arbitro scozzese, Collum, che ha chiesto scusa alla Roma per aver concesso al Borussia Dortmund un rigore inesistente. Ma in Europa League non è a disposizione il Var mentre in serie A sì: Giacomelli lo ha ignorato ed è uno schiaffo insopportabile.

Questa malanotte - purtroppo anche nel giorno del cinquantanovesimo compleanno di Maradona e del ritorno dell'ex capitano Hamsik al San Paolo - deve dare al Napoli l'energia giusta per reagire alle avversità degli errori arbitrali e caricarlo per l'assalto alla Roma e al Salisburgo. Le indicazioni tecniche ricevute da Ancelotti sono state confortanti, fino al minuto 85 che segna uno spartiacque tra il bel calcio - il Napoli è stato eccellente contro un avversario di qualità - e il calcio grigio. A quest'ultimo non ci abitueremo mai e non possiamo più fare finta di niente, ascoltando i numeri positivi che snocciola ogni tanto il gran capo degli arbitri sui casi risolti grazie al Var. Ma quali? 

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