Arriva il Brescia, Balotelli torna
a Napoli tra estasi e tormento

Arriva il Brescia, Balotelli torna a Napoli tra estasi e tormento
di Pino Taormina
Sabato 28 Settembre 2019, 08:00
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Nelle vita esistono paletti, regole, occhi da tenere sempre aperti: ecco Mario Balotelli per tanto tempo ha faticato a capirlo. Torna a Napoli, col Brescia, a tre anni e mezzo dall'ultima apparizione (appena 6 minuti, compreso il recupero) di un Napoli-Milan. Ci sono tante date che avvicinano Mario Balotelli a Napoli. Forse la più importante è una: il 16 aprile del 2014. Quella mattina, in un'aula del tribunale dei minori, decise di riconoscere Pia come sua figlia legittima. Quel giorno, divenne papà mettendo fine a un braccio di ferro iniziato tre anni prima con la showgirl (napoletana) Raffaella Fico.
 
Chissà quante volte Supermario è atterrato di nascosto a Capodichino per andare a far visita alla piccola Pia, lontano dagli occhi famelici di chi, qui, non lo ha sempre aiutato a fare le cose giuste. Eppure Mario in cuor suo ha sempre accarezzato il sogno di indossare la maglia del Napoli: l'ultimo tentativo nell'estate del 2018 quando Mino Raiola tentò di appiopparlo a De Laurentiis. Ovvio, Napoli non fa per lui che è un vero e proprio rabdomante delle fesserie e che qui rischiava davvero di smarrirsi del tutto.

Nel 2009 i tifosi della Juventus lo accolsero con un bel po' di cori razzisti. Qualche domenica dopo la curva del San Paolo si mobilitò per accoglierlo e mostrargli solidarietà. Nell'albergo dell'Inter l'assessore alla cultura di allora, Oddati, gli consegnò persino una targa ricordo per mostrare l'idiosincrasia di Napoli per ogni forma di razzismo. Nel 2010 va a Sorrento per un premio, è il golden boy del calcio italiano e s'innamora del calore della gente. «Un giorno potrei indossare questa maglia», dice incantato. Perde un braccialetto in mare da 25mila euro: un sub glielo recupera e lui lo dà in beneficenza. Con l'acqua vive uno strano rapporto. Quest'estate fa una scommessa sul molo di Mergellina con il suo amico Catello: «Buttati col motorino in mare e ti regalo duemila euro». Neppure finì la frase che lo scooter era già in acqua. Conseguenze? La procura ha aperto un fascicolo per inquinamento ambientale. «Non sapevo fosse un reato». E il bello è che lo pensava per davvero. Ad aprile scorso, prima di Napoli-Juve chiosò su Instagram: «Forza azzurri». È più forte di lui e non fa nulla per nasconderlo: avrebbe fatto di tutto per venire qui. Anche per l'amicizia con Lorenzo Insigne con cui divide, quando viene convocato, la stanza a Coverciano. «Ma quanto è bello Lorenziello», cantava sul web Balo. «Guardate che bei capelli ha Balotelli», replicava Insigne. Che un volta, dopo aver messo la foto di un bacio alla moglie Jenny si ritrova il posto del bresciano: «Oh, a me non mi ami più? Gnomo».

Il giro in scooter a Secondigliano e a Scampia è il frutto di quell'insana curiosità che lo ha sempre animato, unita a un'ingenuità che è pura incoscienza, e lo ha sempre spinto a infilarsi nei pasticci. Balotelli lo ricorda in un verbale firmato nel 2013 dinanzi ai pm della Dda Amato e Parascandolo. Chiese a un amico, dopo una vacanza a Capri, di fare un giro a Secondigliano «dove hanno girato Gomorra». Racconta: «Ho avuto modo di vedere ad una distanza di circa dieci metri, un tavolo con delle buste di droga sopra». Fu allora - si legge agli atti - che chiese di essere ricondotto in albergo. Posizione archiviata senza alcun tipo di conseguenza. Nel 2011, in Champions segna il suo unico gol al San Paolo con la maglia del Manchester City. Con la Nazionale di Prandelli si mise da solo nei guai: provarono (sbagliando) a farlo simbolo anti-camorra prima di un allenamento sul campo del nuovo Quarto per la Legalità. Lui rispose seccato: «Questo lo dite voi?». Apriti cielo. Ora sembra un po' cambiato. Corini lo tiene in bilico per domani: Penso che le motivazioni, a volte, portino ad andare oltre alla fatica, e che giocare gli possa fare bene».
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